GUALFRIDO GALIMBERTI
Cronaca

Da lavapiatti alle stelle. L’arte umile dello chef Roberto Pirelli

Lo chef di Muggiò è a un passo dal prestigioso riconoscimento. Una dura gavetta sulle navi poi la cattedra all’alberghiero

Roberto Pirelli, chef di 49 anni

C’è un ingrediente segreto per cucinare bene: l’umiltà. Roberto Pirelli, chef di 49 anni residente a Muggiò, lo ha sempre tenuto a piene mani nel corso della sua carriera, che dalla Sicilia lo ha portato a girare tutto il mondo e ad essere apprezzato ovunque.

"Fin dall’età delle scuole medie – racconta Pirelli – ho iniziato a frequentare i ristoranti di Palermo come lavapiatti, un po’ perché affascinato da quel mondo e un po’ per guadagnare qualche soldo. Ho avuto la fortuna di trovare un grandissimo chef: non mi ha insegnato le ricette, ma devo molto a lui sull’educazione e sul modo di stare in cucina". Finite le scuole medie la scelta dell’istituto alberghiero. Poi è arrivato l’arruolamento nella Marina Militare. "Ero sull’Amerigo Vespucci, cuoco personale in varie ambasciate. Lì ho aperto anche le mie vedute: dalla cucina mi sono appassionato anche all’arte. La cucina è arte, dopotutto. Noi tra i fornelli abbiamo il compito di creare e di trasmettere emozioni".

Finito il militare, per lui una notevole esperienza all’estero. In tutto 17 anni tra i fornelli di tutto il mondo. Nella sua carriera tante esperienze dall’Africa all’Oriente, moltissimo in Kenya a Zanzibar, Sudafrica, Cuba, soprattutto Messico. "Ho scelto la via della gavetta anche nei villaggi turistici – aggiunte Pirelli – andando a lavorare nel Club Vacanze fino a diventare il responsabile delle aperture dei Viaggi del Ventaglio. Mi interessava capire la cucina dei grandi numeri". Proprio all’estero, a Zanzibar, ha conosciuto quella che poi è diventata la moglie. Una muggiorese. Con lei ha deciso di tornare in Italia nel 2001 e di trasferirsi al nord. Ha girato cucine di alberghi importanti, poi nel 2005 la scelta di aprire la “Osteria del Ritrovo“ a Carate Brianza, gestita per 20 anni.

A Carate Brianza è rimasto, professionalmente: trasmette la sua conoscenza ai ragazzi dell’istituto alberghiero. Tra i fornelli, però, continua a lavorare eccome. In Sicilia ha aperto un ristorante a Portopalo di Capo Passero nel siracusano, nella splendida cornice del castello di Tafuri. Si chiama “ViDi“: "È un rivedere il passato, anche quello a tavola, con gli occhi di adesso".

E mentre non esclude di riaprire un’attività in Brianza, proprio in Sicilia è molto vicino alla conquista della stella Michelin. Per uno che si chiama Pirelli è anche abbastanza singolare. "Sarebbe un sogno – conclude – ma non è una ossessione. L’importante è lavorare bene".