BARBARA CALDEROLA
Cronaca

Cinque ore in coda all’ospedale Solo 4 sportelli aperti su 26 Il San Gerardo chiede scusa

L’episodio denunciato dall’ex consigliere regionale Marco Fumagalli risale a martedì. Tempi d’attesa più rapidi per chi ha prenotato le cure a pagamento: 17 minuti per i solventi .

Cinque ore in coda all’ospedale Solo 4 sportelli aperti su 26 Il San Gerardo chiede scusa

di Barbara Calderola

"Fino a 5 ore e mezzo" per prenotare una visita: pazienti in rivolta al San Gerardo. Avvio di luglio nero per il Cup del neonato Irccs che corre ai ripari.

Ieri gli sportelli aperti erano 19 con un calo fisiologico a 13 durante la pausa pranzo, "ma martedì nel momento clou erano 4 su 26, poi nel pomeriggio sono aumentati", dicono inferociti gli utenti che sventolano i biglietti staccati al totem: 340 persone in coda.

"Carta canta, non servono molte parole per commentare", dice Marco Fumagalli, ex consigliere regionale dei 5 Stelle, che si fa interprete della protesta: "File fuori da ogni parametro accettabile per fissare prestazioni che magari saranno garantite tra un anno, peggio di così".

Il direttore generale Silvano Casazza spiega che "l’afflusso al Centro unico di prenotazione ha raggiunto livelli record, +33% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. La promozione a Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico ha fatto aumentare la nostra attrattività insieme all’offerta che abbiamo ampliato proprio per abbattere le liste d’attesa". Sembra un controsenso, "ma è così: siamo di fronte all’effetto di due cambiamenti positivi per la gente".

Il problema va avanti da due settimane. "Abbiamo dovuto aggiornare i sistemi informatici del Cup – aggiunge il manager – siamo stati gli ultimi in Lombardia e non potevamo più rimandare, i nostri computer devono poter dialogare con il resto della Regione, o saremmo rimasti tagliati fuori. L’altro ieri si è aggiunto anche un blocco del cervellone centrale, il Siss, che ci ha costretti a inserire a mano ogni singolo esame del sangue".

"Non possiamo obbligare le persone a tour de force del genere per far valere il diritto alla salute – ribatte Fumagalli – se mancano gli impiegati, assumiamoli. Basta tagliare l’inutile Ats Monza e girare le risorse dove servono, cioè qui. Ai malati non importa nulla dei programmi dei pc".

"Davanti a tante persone che aspettavano il proprio turno gli operatori sono andati a gruppetti in pausa caffè – racconta Roberta Maggioni, una delle pazienti che si è lamentata del trattamento ricevuto – nessuno vuole negare i diritti dei lavoratori, ci mancherebbe, ma credo che davanti a una scena simile, proprio per la sua eccezionalità, servirebbe un po’ più di senso di responsabilità e anche un briciolo di umanità. In coda c’erano anziani che hanno trascorso la giornata lì. La rabbia è doppia davanti ai tempi d’attesa di chi può permettersi cure a pagamento: 17 minuti, ho staccato personalmente il biglietto. Gli sportelli per i solventi erano due. La flessibilità non può essere solo da una parte, qualche volta deve darne prova anche chi ha il potere di cambiare le cose". Casazza chiede "scusa a tutti" e assicura che l’intera organizzazione è al lavoro "per sciogliere il nodo".