Monza, 1 novembre 2024 – “Claudio Manzini non ha mai chiesto di comprare quella marca di protesi e non sono stati riscontrati problemi medici quando le ha usate”. A confermarlo il luogotenente delle Fiamme gialle che ha indagato sul presunto business delle protesi francesi Ceraver per anca e ginocchio.
Un’inchiesta della Procura di Monza che finora ha portato a 4 patteggiamenti tra 2 anni e 8 mesi e 3 anni e 4 mesi di reclusione degli allora chirurghi ortopedici del Policlinico di Monza Marco Valadè e Fabio Bestetti, di Denis Panico e della stessa Ceraver, mentre ora alla sbarrasi trovano per corruzione Marco Camnasio, il chirurgo ortopedico Claudio Manzini, luminare nei traumi al ginocchio, in servizio agli Istituti clinici Zucchi e tre dirigenti francesi della Ceraver.
Secondo le indagini della guardia di finanza di Milano, coordinate dalla pm monzese Manuela Massenz, Panico e Camnasio, col placet dei tre dirigenti francesi, sarebbero stati i promotori della presunta organizzazione. Manzini è accusato di aver preso parte alla corruzione ma nella fattispecie meno grave di “corruzione nell’esercizio di una funzione” relativamente all’uso delle protesi (che sarebbero state impiegate solo se di reale utilità per il tipo di disturbo ortopedico), mentre di aver agito per “atti contrari ai doveri d’ufficio” nel prestare sé e il suo staff per le visite negli ambulatori di medici compiacenti anche fuori dalla Lombardia.
L’inquirente delle fiamme gialle, alle domande dei difensori di Manzini, gli avvocati Lucilla Tassi e Claudio Schiaffino, ha spiegato che le indagini sulle analisi dei dati di Regione Lombardia su presunte anomalie di pazienti fuori Regione o in numero eccessivo per seduta operatoria ha riguardato solo il Policlinico di Monza e che “nessun accertamento di questo genere è stato fatto sugli Istituti clinici Zucchi”.
Manzini, ricostruiscono i suoi legali, risulta aver usato protesi Ceraver solo nel 13% degli interventi e di avere avuto solo 14 pazienti fuori Regione. “Manzini è entrato nell’inchiesta perché intercettato con Camnasio - ha specificato il luogotenente - e ha installato la prima protesi Ceraver nel 2015, quando sono iniziati i contatti con Camnasio, ma quella marca era già presente”. Per la difesa del chirurgo c’è una telefonata del marzo 2015 tra Camnasio e Panico in cui parlano di “un contatto con il direttore generale da un paio di mesi”. Per gli avvocati l’aumento dell’utilizzo delle Ceraver si è dimostrato “fisiologico”. “In 2 anni e mezzo Manzini ha messo 172 protesi, prima non le avevano mai messe”, sostiene l’inquirente.