DARIO CRIPPA
Cronaca

Colpo dei monuments men di Monza. Ritrovata la lettera di Radetzky

Sottratta all’Archivio di Stato di Brescia, era in vendita in Austria per poche centinaia di euro

Colpo dei monuments men di Monza. Ritrovata la lettera di Radetzky

"La rivolta a Milano sta assumendo caratteri così gravi che sono costretto a trasferire qui nuove truppe".

A scrivere così è il feldmaresciallo Josef Radetzky, a lungo governatore del Regno Lombardo Veneto per conto degli Austriaci.

E la data fa comprendere benissimo l’importanza del documento: 19 marzo 1848.

Sono in corso le Cinque Giornate di Milano, la seconda per la precisione: la popolazione si è rivoltata contro gli odiati Austriaci, il Risorgimento si è mosso. Anche a Monza in concomitanza scoppiano Quattro Giornate di rivolta.

Raccontiamo una storia di documenti perduti, rubati. E adesso recuperati.

Perché questa volta non è un quadro, ma una lettera a essere finita nel mirino dei celebri Monunuments Men lombardi. I carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio culturale di Monza, infatti, hanno appena recuperato una lettera di valore storico inestimabile, anche se era illecitamente in vendita al prezzo nemmeno tanto sostanzioso di qualche centinaio di euro.

Conservato nell’Archivio Storico di Brescia, quando parte del suo patrimonio documentario era stato afidato all’analogo Archivio di Bergamo, quel documento era andato smarrito. Diversi anni fa, non si sa neppure con precisione quando, era stato inghiottito nei meandri della storia ed era finito nelle mani di qualche rigattiere facendo perdere ogni traccia di sé. E dire che un significato storico quel documento lo aveva. Radetzky in quella lettera infatti, considerato l’aggravarsi della situazione a Milano, ordina all’Imperial Regio Comando militare di città di Bergamo il trasferimento a Milano di un battaglione di fanteria, comandato dall’Arciduca Sigismondo.

La missiva, a firma del Governatore militare della Lombardia, era diretta nello specifico al Comando militare di piazza di Bergamo che fino ad allora aveva potuto contare su una guarnigione di due battaglioni. Uno di questi, quello di fanteria agli ordini dell’Arciduca Sigismondo, doveva essere inviato di rincalzo a Milano.

Il documento di particolare rilevanza storica, dato che tratta un momento cruciale delle guerre di indipendenza italiana, è stato individuato in vendita in Austria, a poco prezzo. Posto sotto sequestro (ma nessuno è stato denunciato) è rientrato in patria e ieri è stato finalmente consegnato nelle mani del Direttore dell’Archivio di Stato di Bergamo, che ne curerà la conservazione e la futura fruibilità da parte della cittadinanza.

"I beni d’interesse archivistico - fanno sapere dal Nucleo Tpc di Monzi, agli ordini del capitano Michele Minetti - costituiscono un pilastro fondamentale del patrimonio culturale del nostro Paese: la loro protezione è un dovere prioritario di tutte le Istituzioni per preservare un’eredità dal valore inestimabile".