
"Una rivisitazione della macchina manifatturiera per affrontare una competizione diventata sempre più feroce". Così Lucio Colombo (nella foto), amministratore delegato...
"Una rivisitazione della macchina manifatturiera per affrontare una competizione diventata sempre più feroce". Così Lucio Colombo (nella foto), amministratore delegato di Stm Italia - la consociata italiana di StM che ha circa 12.700 dipendenti nel Paese, 5.300 dei quali ad Agrate - spiega il piano industriale con la riduzione di personale. Quello che ha fatto saltare i sindacati sulle barricate.
"Tutte le soluzioni saranno condivise con i rappresentanti dei lavoratori, non procederemo mai unilateralmente", sottolinea il manager. È la rassicurazione per i metalmeccanici che respingono in blocco previsioni e prospettive formulate dall’azienda e presentate in prima battuta al Mimit. Aspettano la multinazionale al varco per capire se la volontà di proseguire il confronto è reale, o solo di facciata.
La Regione ha già fissato ai primi di giugno il secondo appuntamento con il colosso dei chip, dopo il primo di ieri. "Oltre ad Agrate siamo presenti a Castelletto con 1.100 ricercatori (e il piano per loro non prevede cambiamenti) e a Pavia", ancora l’ad. I problemi sono cominciati nel post pandemia "quando tutti si sono accorti dell’esistenza dei semiconduttori – ricorda Colombo –. La Cina ha investito moltissimo nel settore sbilanciando il rapporto domanda-offerta, un quadro al quale si sono aggiunte tensione fra gli stati e inflazione" e il risultato è un pesante calo nelle vendite. Da qui la necessità di un cambiamento, secondo i vertici. E per la casa madre di via Olivetti il progetto è focalizzare sui 300 millimetri, "dobbiamo diventare più efficienti per garantire un futuro al sito", "dobbiamo assicurarci una macchina competitiva".
In Brianza, come ribadito al ministero, sono stati confermati gli investimenti di 1,4 miliardi (già previsti dal vecchio piano) "per aumentare la capacità nelle nostre tecnologie più performanti e raddoppiare la produzione: da 2mila fette di silicio a settimana, a 4mila con sostituzione dei 200 millimetri, tranne per i Mems. Gli accelerometri rimarranno a otto pollici". L’obiettivo è "garantire la missione di Agrate e darle prospettive".
Ma le nuove tecnologie sono molto digitalizzate e fanno uso di intelligenza artificiale, da qui la necessità di "formare chi passerà al 300 millimetri". E qui sta il punto, perché non saranno tutti. "C’è una necessità di diminuire il personale nel triennio 2025-2027, a fronte di 650 nuove assunzioni negli ultimi anni, ma poi torneremo a crescere. I semiconduttori, al di là del contesto, hanno un andamento ciclico: ogni 24 mesi circa la domanda sale e scende".
Barbara Calderola