STEFANIA TOTARO
Cronaca

Condannato il falsario che viveva nel bunker-sauna di Cinisello. Chi è Paolo Malvini e cosa c’entra Irene Pivetti

Il Tribunale di Monza ha inflitto 5 anni e 1 mese di reclusione all’imputato assolto però dall’accusa della truffa milionaria sui fondi Covid

La condanna è arrivata per direttissima dal Tribunale di Monza

Il tribunale di Monza ha condannato Malvini a 5 anni e 1 mese

Cinisello Balsamo (Milano), 27 novembre 2024 – Condannato a 5 anni e 1 mese di reclusione per falso e ricettazione di documenti, assolto dall'accusa di essere stato il "regista" e il "direttore" di un'associazione per delinquere finalizzata ad una truffa milionaria sui fondi Covid che avrebbe visto tra le vittime anche l'ex presidente della Camera dei deputati Irene Pivetti. Però gli atti del processo tornano alla Procura per verificare l'eventuale reato di riciclaggio.

È la sentenza decisa ieri dal collegio di giudici del Tribunale di Monza nei confronti di Paolo Vincenzo Malvini, 57enne, scovato nel marzo 2022 nel suo nascondiglio in una specie di sauna-bunker a Cinisello Balsamo. Malvini era al centro di un'inchiesta della Guardia di Finanza di Asti che nel 2022 ha portato a 10 arresti. Lui risultava latitante ma un mese dopo si è scoperto che era rimasto a Cinisello, di cui è originario e viveva in un seminterrato, a cui si poteva accedere da una sauna attraverso un meccanismo nascosto e azionabile soltanto dall'interno. E lì, in quel piccolo bunker non più grande di 10 metri quadrati, l'uomo avrebbe allestito anche una sorta di laboratorio per la ricettazione di documenti.

Secondo l'accusa, proprio attraverso un meccanismo sofisticato fatto di documenti falsi, persone inesistenti, società create ad hoc e bilanci gonfiati, la banda avrebbe ottenuto prestiti e finanziamenti come fondo di garanzia Covid. Tra le parti offese anche Irene Pivetti, che avrebbe pagato attraverso la sua società 20 milioni di euro sull'acquisto di una grossa partita di mascherine. Ma nessuno si è costituito parte civile. Dal canto suo Malvini, difeso dall'avvocato Stefano Gerunda, ha ammesso solo di essere stato un falsario di documenti senza altri legami con gli altri.