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Confcommercio: "Ora la politica deve intervenire"

La categoria chiede bandi per tagliare i costi e aiuti ai giovani che aprono nuove attività.

Confcommercio: "Ora la politica deve intervenire"

La promozione turistica comincia a evidenziare i suoi effetti in città. Aumentano bar e ristoranti, come anche gli alberghi furori dal centro e le diverse soluzioni recettive, mentre il centro si spopola di negozi al dettaglio e piccoli artigiani. Vanno sparendo, soprattutto in centro, ma diventano sempre più rari anche in periferia calzolai, sartorie, parrucchieri non associati a grandi marchi, elettricisti e negozi di piccole riparazioni.

Chiusa ormai da tre anni la saracinesca dell’elettricista di via Prina che lavora su chiamata, ma non poteva più reggere i costi di un negozio. Sparito ormai da anni lo storico negozio di animali e cibo per gli amici a quattro zampe Napoleone, che un tempo era una particolarità della via Zucchi. Ha chiuso anche la Giocheria, in piazza dell’Arengario, mentre le cartolerie resistono in zona San Biagio, Cazzaniga o in via Cavallotti, vicino alle scuole, ma spariscono in centro, dove la fanno da padrone le grandi catene di abbigliamento, le banche e poi bar e ristoranti che sono tornati a lavorare oltre ai fine settiamana anche in pausa pranzo, grazie al progressivo ritorno al lavoro in presenza. "È colpa dei prezzi degli affitti nei centri storici – fa osservare Alessandro Fede Pellone, segretario di ConfCommercio Monza –. Gli affitti sono proibitivi e perciò accessibili solo alle grandi catene di abbigliamento o ai grandi brand. Spariscono così dal centro di Monza, librerie, negozi di musica, dopo la chiusura di Feltrinelli non ne esistono più in centro. L’unica possibilità è rendersi conto che i commercianti al dettaglio, in centro e nei quartieri, hanno una funzione sociale, di portare prodotti e servizi di uso quotidiano a persone che non hanno l’auto per spostarsi verso i grandi centri commerciali. Quindi tocca alla politica dare loro un aiuto: politica declinata fra Regione, Provincia e Distretti del commercio istituiti dalla Regione e che riuniscono Comune, ConfCommercio e ConfArtigianato. A loro toccherebbe indire bandi per l’abbattimento dei costi degli affitti che vengano in aiuto ai giovani che vogliono aprire un’attività al dettaglio. Del resto non è da oggi che le città si stanno spopolando dai negozi".

I proprietari degli immobili, dal canto loro, sono soggetti a aliquote Imu sempre più alte che perciò scaricano aumentando i prezzi delle locazioni. Per questo il segretario di ConfCommercio auspica riduzioni mirate delle aliquote, per chi affitta a Partite Iva di imprese individuali.

C.B.