Ogni difficoltà uno stimolo, ogni innovazione una sfida. Con questa filosofia non poteva che diventare una delle aziende più all’avanguardia nell’utilizzo dell’intelligenza artificiale nel suo settore.
La brianzola Ipm Filtration Systems ormai l’intelligenza artificiale la usa in produzione, nella gestione del magazzino e in quella dei consumi energetici, nel laboratorio per ricerche e prove e nelle vendite, ottenendo in ogni campo risultati importanti.
Due sedi, una a Lissone e una a Carate, l’azienda produce filtri sterilizzanti, quelli che servono a sterilizzare liquidi. Ha come clienti imprese farmaceutiche, del settore alimentare ed enologico, della produzione di vino e birra. "L’azienda è nata nel 1987 e per i primi 13 anni ha operato come distributore di prodotti di ditte americane – racconta Sergio Tornaghi, amministratore unico –. Poi, quando l’azienda principale con cui lavoravamo ha deciso di vendere direttamente al cliente, abbiamo perso l’80% del fatturato: è stato uno stimolo a produrre noi i nostri filtri e così siamo arrivati a realizzare filtri tra i migliori al mondo. Quando hai un grosso problema devi vedere come rilanciare e molto probabilmente troverai qualcosa che migliora la situazione rispetto a prima. Nel 2001 abbiamo cominciato a costruire cartucce filtranti, poi abbiamo deciso di realizzare noi stessi anche le membrane filtranti, che sono il cuore della filtrazione: siamo tra i pochi in Europa nel nostro settore a farlo. In questo modo possiamo customizzare la membrana come vogliamo, facendola più o meno spessa, gestendola secondo le necessità del cliente. È uno dei nostri vantaggi: perché vuol dire essere pronti a far anche pochi pezzi soltanto e non perdere tempo. In questo l’intelligenza artificiale ci ha aiutato moltissimo". Grazie all’AI l’azienda ha infatti potuto introdurre un’analisi massiccia e veloce dei dati e così migliorare la produzione, per essere in grado di soddisfare con grande rapidità il cliente."Abbiamo analizzato e capito dove potevano esserci difettosità nella produzione e le abbiamo eliminate, mettendo così a punto sistemi di produzione migliori e cambi di formato veloci – spiega Tornaghi –. Oggi, nel caso di un difetto qualsiasi della macchina, l’operatore, che non sempre è italiano, con l’AI può chiedere nella sua lingua cosa è successo e cosa deve fare, avendo rapidamente una risposta: questo velocizza la risoluzione dei problemi". Ma l’impiego è ancora più esteso. "Abbiamo applicato l’intelligenza artificiale predittiva per il magazzino, che per noi deve tendere a zero: così possiamo prevedere i nostri bisogni e non abbiamo un solo pezzo di prodotto finito in stock, ma siamo in grado di consegnare in 2 giorni, mentre i nostri concorrenti vanno sul mese. Anche nella ricerca in laboratorio con l’AI poche prove sono sufficienti per darci già il risultato sulle innovazioni che vogliamo introdurre". Lo stesso accade per le vendite. "Abbiamo inserito tutti i nostri dati dal 2005, con gli ordini, i prezzi: l’AI li analizza di continuo e in base allo storico ci dice quando più o meno il cliente dovrebbe ordinare, dando così un’idea precisa ai nostri venditori su quando andare dai clienti e con quale urgenza. Inoltre il venditore ha a disposizione tutte le informazioni sul singolo cliente e questo permette di fare offerte rapidissime. Passo passo stiamo implementando l’AI su tutto, anche sul consumo energetico: possiamo controllare le macchine, sapere quanto stanno consumando e dire alla macchina quando produrre il semilavorato, in base ai momenti di maggior produzione di energia con i pannelli solari che abbiamo installato, sfruttandoli al massimo e riducendo quindi i consumi".
F.L.