
Angela Galbiati, capogruppo in Consiglio comunale della lista Biassono Civica
Un patteggiamento a 5 anni di reclusione per la brutale rapina nella notte nel giugno scorso in casa di Angela Galbiati, capogruppo in Consiglio comunale della lista di minoranza Biassono Civica, che ha rischiato di venire soffocata con un cuscino nella sua camera da letto. A concordarlo con la Procura di Monza è stato un cileno 30enne, identificato dai carabinieri.
L’uomo, con problemi di droga e precedenti penali, ha già un’altra condanna che la giudice per le udienze preliminari Elena Sechi non ha voluto cumulare nel patteggiamento al massimo possibile della pena e che a luglio deciderà se accogliere o respingere ritendolo incongruo. Intanto la vittima, che si è costituita parte civile con l’avvocata Anna Casiraghi, in caso di patteggiamento non vedrà un euro come risarcimento per i monili in oro del valore di diverse migliaia di euro che le sono stati rapinati e non sono mai stati ritrovati e per il terrore che ha provato quella notte, quando è stata salvata dal suo coraggio di urlare ripetutamente, permettendo così l’intervento del fratello e del figlio.
Per il cileno non è comunque finita qui perché a fine aprile è chiamato a rispondere insieme a un presunto complice, un ispanico 35enne, di un’altra rapina analoga e di un tentativo, commessi sempre in via Volta. "Ero andata a dormire presto e mi sono risvegliata con tre uomini in camera con il volto coperto dal passamontagna - ha raccontato Angela Galbiati - Mi sono messa a gridare, ma subito uno dei malviventi mi ha tappato la bocca con la mano. Ho cercato di ribellarmi in ogni modo, anche con graffi e scalciando. Appena ha mollato la presa mi sono messa a gridare di nuovo, ma mi ha subito coperto il viso con il cuscino, premendo per immobilizzarmi".
Lo stesso rapinatore deve avere avuto il timore di soffocarla, tant’è che ha tolto il cuscino. E la donna ha gridato un’altra volta, riuscendo a richiamare l’attenzione di una vicina di casa, che era sul balcone a fumare la sigaretta e ha telefonato al 112. Il fratello che abita nella casa al fianco e il figlio che dorme il piano sotto, sono subito intervenuti. Proprio alla vista del figlio armato di martello i tre si sono dati alla fuga, raggiungendo via don Consonni dove probabilmente avevano la loro auto.
"I tre erano già stati prima dalla mia vicina al civico 33 - ha poi saputo Angela Galbiati - lei si è accorta del furto solo al risveglio. Nel mio giardino ho trovato oggetti di sua proprietà che i tre devono aver perso durante la fuga. Da me hanno portato via gli ori che avevo tolto la sera, più qualche altro oggetto prezioso, che per me aveva soprattutto un valore affettivo. I malviventi hanno girato tutta la casa prima di venire in camera, ho trovato sul tavolo in soggiorno un cassetto della camera dove volevano rovistare senza essere uditi".