M.GALV.
Cronaca

Contemporaneità “medievale”: “Così porto l’Arengario di Monza nel futuro”

Stefano Boeri sta elaborando l’intervento di restauro con lo storico dell’arte Giovanni Agosti. "Ci sono analogie incredibili con la Loggia dei Mercanti del capoluogo lombardo, sarà una sfida impegnativa"

Giovanni Agosti storico dell’arte e professore all’università Statale di Milano collaborerà al progetto sull’Arengario

Giovanni Agosti storico dell’arte e professore all’università Statale di Milano collaborerà al progetto sull’Arengario

Monza – L’antico palazzo del podestà, poi sede del tribunale nel Settecento con uno dei primi orologi a ruota d’Italia fatto “incastonare“ nel 1347 dall’arciprete Leone dei Frisi, dopo quelli di Milano (sulla torre di San Gottardo) e di Padova, è pronto a rinascere "nel segno della contemporaneità". L’archistar Stefano Boeri e professionisti del suo studio sono al lavoro su incarico del Comune per progettarne la rinascita. E la riapertura. Chiuso da prima del Covid per la presenza di barriere architettoniche che ne impediscono l’accessibilità a persone con disabilità motorie, l’Arengario - uno dei simboli di Monza - è stato affidato alla mano del celebre architetto milanese.

Per riuscire a individuare la soluzione architettonica migliore. "Questa è una sfida difficile e appassionante – riconosce l’archistar –. Si tratta di un’architettura di quasi 800 anni che ha un valore straordinario. Nella sua storia ha avuto condizioni di accessibilità diverse. Noi punteremo a valorizzare almeno uno dei filoni storici che ha fatto da spirito guida alla vita di questo prezioso edificio. Qualsiasi sarà la soluzione che penseremo, la Sovrintendenza sarà il nostro interlocutore privilegiato".

Al momento "stiamo comparando il palazzo medievale ad altri esempi, da Bergamo a Milano. La Loggia dei Mercanti ha delle analogie incredibili con l’Arengario di Monza – l’analisi di Boeri –. In questo modo cercheremo di raccogliere spunti per le possibili soluzioni da applicare". Saranno formulati alcuni scenari, almeno un paio di proposte che poi saranno sottoposte all’amministrazione comunale.

Nello studio è stato coinvolto anche Giovanni Agosti, storico e critico d’arte, direttore della Scuola di specializzazione in beni storici e artistici all’università Statale di Milano, uno dei massimi esperti della storia dell’arte medievale. In ogni caso, "qualsiasi intervento si farà, avrà inevitabilmente anche il segno della contemporaneità". E Stefano Boeri di contemporaneità se ne intende, avendola tracciata di sua mano con edifici che sono entrati nella storia dell’architettura. Noto al grande pubblico soprattutto per il Bosco verticale di Milano, Boeri è stato ideatore in realtà anche di tante altre strutture che hanno lasciato il segno, come la Villa Méditérranée di Marsiglia o il recente memoriale per le vittime del crollo del Ponte Morandi.

Ora tocca all’Arengario, per cui la prima urgenza sarà riuscire a eliminare le barriere architettoniche e procedere con la messa in sicurezza dell’edificio secondo i parametri dei vigili del fuoco. Nel frattempo l’Amministrazione dovrà decidere quale destinazione dare all’edificio, se farne luogo di mostre, convegni o addirittura concerti musicali. "Sarà importante, nella progettazione del piano superiore e dello spazio aperto sotto le logge, capire le esigenze di utilizzo dell’Arengario", la prospettiva di Boeri. L’obiettivo del Comune, è comunque di "farlo tornare un luogo fruito e vissuto il prima possibile", aveva auspicato il sindaco, Paolo Pilotto, questa estate in occasione del sopralluogo con l’archistar. "Possibilmente prima della fine del nostro mandato".