
Non solo denaro per affitti e bollette ma anche richiesta di pacchi alimentari
Monza, 5 giungo 2020 - La ripresa è entrata nel vivo, ma molte famiglie sono ancora nella fase del lockdown. Ferme, senza un lavoro, o in cassa integrazione in attesa di ricevere i soldi, spesso con figli (ed ex moglie) a carico. Sono 130 le famiglie che Caritas e San Vincenzo stanno seguendo in un progetto di collaborazione in questo periodo di pandemia. Dall’inizio dell’emergenza hanno raccolto e destinato 75.000 euro. Donazioni arrivate da gente comune che ha risposto generosamente alla richiesta di aiuto. Un ritratto preoccupante quello dipinto dalla Caritas e dalla San Vincenzo. L’emergenza sanitaria prima, e lavorativa ora, ha creato fragilità economiche impensabili fino a pochi mesi fa.
"Alcune delle famiglie che si sono rivolte al nostro Fondo non conoscevano precarietà e bisogni – spiega Piegiovanni Bellomi, consigliere della San Vincenzo -. Il coronavirus ha messo in difficoltà famiglie che fino a gennaio avevano bilanci dignitosi". Tante le storie raccolte: storie di italiani e stranieri messi in ginocchio dalla pandemia, giovani e persone alla soglia della pensione, uomini e donne, lavoratori dipendenti, ma anche precari. Come Gianni, monzese, che in questi mesi di stop ha dato fondo ai risparmi . L’impresa di pulizie per la quale lavorava con un contratto a tempo determinato è ferma e gli ammortizzatori sociali non sono arrivati. Gianni si è rivolto alla Caritas: ha bisogno di aiuto per mantenere la ex moglie e i due figli, mentre il più piccolo con problemi di disabilità fisica vive con la mamma che nel frattempo ha perso il posto come domestica."Il fondo per l’emergenza contro il Coronavirus aiuterà la famiglia di Gianni a pagare 3 mesi di affitto e ha attivato la sua parrocchia perché consegni ogni settimana una spesa con generi alimentari" precisa Bellomi.
Alla porta della San Vincenzo sono tornate a bussare persone che erano state aiutate anni fa ma che poi avevano trovato lavoro e una stabilità economica. Come Claudia, originaria dell’Est, che faceva la badante. In piena pandemia l’anziana che assisteva è stata ricoverata in ospedale, Claudia ha perso il lavoro, così come i due figli con i quali vive. È tornata a chiedere aiuto allo sportello della San Vincenzo dove si era rivolta quando era arrivata in Italia.
La situazione diventa più complicata quando si è genitore single. Come Laura (il nome è di fantasia) mamma di una bimba di 6 anni che dal mese scorso viene aiutata dalla Caritas. Aveva un lavoro regolare come domestica, e arrotondava con altri lavori di pulizie. Ma dall’inizio della pandemia non lavora più. Dopo avere esaurito i risparmi ha chiesto aiuto: Caritas e San Vincenzo erogheranno un fondo fino a luglio nella speranza che Laura possa tornare a lavorare. Il problema, adesso, è anche la gestione della bambina: se non verranno attivati centri estivi Laura per seguire la figlia dovrà rinunciare al lavoro. "Ogni settimana ci sembra di avere raccolto una cifra importante – conclude Bellomi -. Ma il venerdì, dopo che assegniamo i contributi, ci rendiamo conto che abbiamo bisogno di nuove donazioni".