BARBARA CALDEROLA
Cronaca

Brianza, la guerra al coronavirus passa dai test sierologici

I prelievi sono partiti ieri: 260 al San Gerardo di Monza e un’ottantina a Desio, la metà è riservata al personale ospedaliero

Test sierologici

Monza, 30 aprile 2020 -  Via alla Fase 2 , cioè ai test sierologici. Gli ospedali tracciano il virus per evitare nuovi focolai. È in questa caccia continua che andrà in scena la convivenza con il mostro, in attesa di un vaccino, o di una cura. In prima linea, ancora una volta, i colossi pubblici brianzoli, San Gerardo e Desio.

Nella giornata di esordio hanno portato a termine 340 prelievi, rispettivamente, 260, e un’ottantina, ma a regime "saranno 900 al giorno, metà riservati al personale", promette il direttore generale Mario Alparone. È lui in persona a scandire le cifre di un piano che servirà a tornare alla normalità dopo la grande paura. Tempo stimato, senza ritorni, un mese e mezzo abbondante. Solo per l’estate la complessa manovra per mettere in sicurezza pazienti e dipendenti sarà a regime, permettendo all’ospedale numero uno della provincia di riprendere la normale attività e ritornare a quei numeri, 39mila ricoveri l’anno, 4 milioni e mezzo di visite, che ne fanno un punto di riferimento nel panorama regionale.

Affrettare tutto sarebbe un errore fatale: "Rischieremmo di pagarlo in vite umane ed è ovviamente quel che cerchiamo di scongiurare con tutte le forze", sottolinea il direttore. Per questo, da ieri, si controllano a tappeto - "ma su base volontaria" operatori e persone indicate da Ats per i loro contatti diretti con un Covid, o perché sintomatici. Le verifiche si tengono in spazi e in orari diversi da quelli dei soliti prelievi. I kit arrivati in corsia allo scopo sono 9mila. A vigilare sull’intera catena, il primario di microbiologia Annalisa Cavallero, è lei la signora dei test. Si cercano i famosi anticorpi per risolvere il rebus dell’immunità.

Mentre continuano i tamponi in reparto, 800 al giorno, che hanno portato alla luce 42 positivi su 1.400 dipendenti sottoposti alla prova (4.400 gli addetti fra ospedale e Fondazione Monza e Brianza). Obiettivo, riaprire con percorsi puliti e rigorosamente separati "per chi deve essere operato, oppure deve fare le analisi del sangue, o raggiungere un ambulatorio, o il pronto soccorso - spiega Alparone -. Ciascun gruppo con tutte le barriere necessarie verrà incanalato in una corsia blindata che escluderà il contatto con gli altri".

Un sistema a camere stagne con la possibilità di aprire e chiudere i rubinetti, come dicono a Roma. Se lo stop del lockdown per quanto graduale porterà alla riaccensione, si potrà tornare in trincea. Quella che al San Gerardo ha visto passare 600 casi, di cui 100 in terapia intensiva - con 500 dei 600 posti letto convertiti al Covid - ma se si allarga lo sguardo in totale l’Azienda ha gestito 1.530 malati di polmonite, 330 in arrivo da fuori provincia. Ieri, i ricoverati erano 270 in tutto, 240 a Monza di cui 22 in terapia intensiva, e 35 a Desio, dei quali 6 gravi. Numeri che si spera calino fino a spegnersi.