FABIO LOMBARDI
Cronaca

Covid, contagi nelle aziende: quattro morti in Brianza

Da inizio anno al 31 ottobre sono state 1.434 le denunce all’Inail. Sono i casi di chi ha contratto il coronavirus in ambiente di lavoro

Infermieri e medici sono i più esposti al rischio contagio

Infermieri e medici sono i più esposti al rischio contagio

Monza, 12 dicembre 2020 - Covid 19, le imprese brianzole sono luoghi sicuri? Alcune sì, altre molto meno. Questo stando ai numeri territoriali dell’Inail (Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro). Da gennaio al 31 ottobre sono state 1.434 le denunce di infortunio sul lavoro da Covid-19 (persone che si sono ammalate contagiandosi in azienda) pervenute all’Inail e 4 i morti.

«Si tratta di denunce a cui devono seguire le opportune verifiche. In alcuni casi la notifica all’Inail è praticamente automatica, come per medici, infermieri e operatori delle Rsa, in altri, come ad esempio aziende e uffici, occorrono accertamenti approfonditi con l’intervento degli ispettori. Non è raro in questi casi che le aziende cerchino di negare ogni responsabilità", spiega Enzo Mesagna, segretario, con delega al mercato del lavoro, della Cisl Monza Brianza e Lecco.

In particolare, guardando nel dettaglio, si evidenzia come, dall’inizio della pandemia ad oggi, le denunce siano soprattutto legate alle donne: 1.045 contro le 389 per gli uomini. "Questo si può giustificare con il fatto che sono soprattutto le donne a svolgere lavori particolarmente esposti al contagio come le operatrici delle case di riposo o le infermiere", spiega Mesagna. La suddivisione per classi di età evidenzia come i contagi in azienda siano stati 262 fra i lavoratori dai 18 ai 34 anni, 518 per quelli dai 35 ai 49 anni e 645 nella fascia che va da 50 a 64 anni con soli 15 casi sopra i 64 anni (in questo caso la popolazione di lavoratori attivi si riduce a causa dell’età pensionabile).

«Sicuramente l’incidenza dei contagi nelle aziende in questa seconda ondata è diminuita. Penso solo ai contagi negli ospedali dove fra febbraio e marzo il virus è circolato senza che nessuno sapesse nulla e, anche nei mesi successivi, quando diverse aziende cercavano mascherine per i dipendenti, gel sanificanti e alcol da mettere negli uffici e nelle fabbriche, ma era impossibile trovarli. Certo non ovunque, anche in questa seconda ondata, sono stati attuati protocolli per prevenire il contagio. Anche in questo caso non tutti hanno compreso fino in fondo il valore della sicurezza sul lavoro", spiega Mesagna.

In Brianza, oltre ai controlli sul lavoro, la Prefettura ha istituito una cabina di regia su questo tema. "Un atto importante che vede i sindacati impegnati in prima linea ma, all’infuori del caso Covid, la sicurezza è soprattutto una questione culturale. Se si ha una visione, sia da parte dei lavoratori che da parte degli imprenditori, volta alla salvaguardia della salute nei posti di lavoro allora sarà più semplice anche in azienda affrontare situazioni emergenziali come quelle legate alla pandemia di Covid-19", conclude Mesagna.