STEFANIA TOTARO
Cronaca

Crac Malaspina, un altro legale interrogato

Gerardo Perillo, che è stato giudice della sezione fallimentare del Tribunale di Monza, verrà sentito mercoledì come coimputato

di Stefania Totaro

Dopo l’avvocata Fabiola Sclapari, un altro legale interrogato in aula sul crac Malaspina. Gerardo Perillo, che è stato giudice della sezione fallimentare del Tribunale di Monza, verrà sentito mercoledì come coimputato di Giuseppe Malaspina nel processo che vede il costruttore calabrese trapiantato a Vimercate accusato a vario titolo insieme ad altre 14 persone per associazione a delinquere, corruzione, bancarotta fraudolenta, riciclaggio, trasferimento fraudolento di valori e favoreggiamento. Secondo la pubblica accusa, rappresentata dai pm della Procura di Monza Salvatore Bellomo e Giulia Rizzo, anche l’avvocato Perillo ha fatto parte della ‘corte dei miracoli’ incaricata di salvare dal fallimento l’impero immobiliare milionario di Malaspina.

Circostanza fortemente negata dall’imputato, che vuole sottoporsi ad interrogatorio davanti ai giudici per chiarire la sua posizione. Come ha già fatto nella scorsa udienza Fabiola Sclapari. "E’ come se fossi stata travolta da un treno... ad alta velocità", ha dichiarato l’avvocata per rendere l’idea di come ha vissuto l’arresto e l’inchiesta che la riguarda. L’imputata ha ammesso di avere lavorato come consulente legale per il costruttore, ma ha negato di avere mai predisposto false fatturazioni.

"Il geometra Malaspina non aveva bisogno di me per fare le fatture - ha spiegato la Sclapari - Io sono accusata di avere concorso nell’emissione e nell’annotazione delle fatture, ma io non c’entro nulla. Il mio lavoro era verificare lo stato del contenzioso che interessava le società del Gruppo, che iniziava a non riuscire a portare a compimento i contratti preliminari. Inducevo sempre il geometra Malaspina a definire con una transazione il contenzioso. Mi faceva predisporre delle bozze di scritture, mi indicava i dati, poi di volta in volta cambiava idea, se ad una riunione diceva una cosa, a quella dopo ne diceva un’altra. Bozze di cui non sapevo l’esito e modificate e riutilizzate a mia insaputa. Finchè mi sono stancata, il lavoro era tanto e, per dire il vero, non sono stata mai retribuita per quanto lavoravo" tanto che, per avere i suoi compensi, è stata "ammessa al passivo per 400mila euro". L’avvocata Sclapari ha poi negato che nel 2015, in occasione della perquisizione nella sede di via Fiorbellina a Vimercate, i finanzieri li abbiano sorpresi a disfarsi dei documenti. "Era un lavoro di cernita e di eliminazione dei documenti non più necessari che era già in corso da giorni in seguito ai primi fallimenti e alla necessità di trasloco - ha spiegato l’imputata - Anche io sono stata coinvolta perchè lasciavo lì molte pratiche voluminose e alcuni documenti sono stati consegnati a me per mostrarli eventualmente ai curatori dei fallimenti mentre altri erano documenti personali del geometra Malaspina. Io e le impiegate stavamo bevendo tranquillamente il caffè quando abbiamo avuto la visita della Guardia di Finanza".