BARBARA CALDEROLA
Cronaca

Crisi della ST di Agrate, più di 2.800 esuberi nel mondo. I sindacati: “Oltre 1.000 in Brianza”

Fiom lancia l’allarme sul sito. L’azienda spiega: “Le uscite saranno su base volontaria, oltre al naturale turnover”. Il ceo Cheri: “Gestiremo il piano in modo responsabile”

I lavoratori della multinazionale dei superconduttori

I lavoratori della multinazionale dei superconduttori

Agrate Brianza (Monza), 10 aprile 2025 - “Più di mille esuberi in Brianza”, Fiom traduce il piano industriale presentato da ST al ministero delle Imprese, in mattinata. È allarme rosso nel sito di Agrate della multinazionale dei semiconduttori, 5.300 addetti, "colonna della microelettronica italiana eppure sottoposto a una dieta inaccettabile – dice Pietro Occhiuto, segretario della Fiom provinciale –. I manager hanno parlato del taglio e del ridimensionamento di alcune linee e hanno riproposto il potenziamento di Ag300, la nuova fabbrica dei chip appena entrata in funzione con 500 addetti. A regime, nel 2027, secondo le loro previsioni, impiegherà un migliaio di persone”.

Piano di ridimensionamento 

Troppo poche per assorbire gli effetti della riorganizzazione pensata per il sito di via Olivetti. “Più di un terzo dei 2.800 esuberi annunciati nel mondo – ancora il segretario – è qui, nel cuore della Lombardia. Sono calcoli sulla base di quanto prospettato dai massimi vertici aziendali”. Critico anche l'assessore regionale allo Sviluppo Guido Guidesi, presente al tavolo: “ST non ha fornito sufficienti garanzie sul futuro del polo agratese, che deve restare centrale e strategico per le prospettive di sviluppo della società”.

Garanzie aziendali

L'azienda spiega che “le uscite saranno su base volontaria, oltre al naturale turnover” e solo al prossimo incontro entrerà nel dettaglio dei siti italiani. “Il ridisegno della struttura manifatturiera annunciato oggi – sottolinea il CEO Jean Marc Cheri – garantirà il futuro del nostro modello di produttore integrato di dispositivi con asset strategici in Europa e migliorerà la nostra capacità di innovare ancora più rapidamente, a vantaggio di tutti i nostri stakeholder. Ci impegniamo a gestire questo programma in modo responsabile, secondo i nostri valori consolidati ed esclusivamente attraverso misure volontarie”.

Calo dei mercati internazionali

La crisi sui mercati internazionali è certificata dai conti: nel 2024 il gruppo italo-francese ha registrato 1,5 miliardi di utili, in calo del 63% rispetto al 2023 e ricavi ridotti di più del 23%. Per il 2025 i dati parlano di un'ulteriore flessione.