
Cubo di Rubik, cresce l'esercito dei cuber in Italia
Alzi la mano chi non si è mai cimentato, almeno una volta, con le facce colorate del cubo di Rubik. Tutti, più o meno, ci abbiamo provato. Qualcuno da piccolo, qualcuno da grande, con maggiore o minore abilità. Ma c’è chi della risoluzione del gioco-rompicapo più famoso di sempre ha fatto una vera passione, arrivando a livelli di capacità risolutoria e di velocità impressionanti. È l’esercito dei cuber. Punto di riferimento per molti di loro è l’associazione Cubing Italy, che promuove lo speedcubing, la pratica di risolvere twisty puzzle, come il celebre cubo, il più rapidamente possibile. A guidarla è il presidente Lorenzo Vigani Poli.
Qual è lo stato di salute del mondo del cubing?
"Al momento è molto buono. Eravamo già in crescita nel periodo pre-Covid, ma temevamo che la pandemia potesse portare una flessione, invece non è stato così: da quando abbiamo potuto organizzare nuovamente gare e manifestazioni le aspettative sono state ampiamente superate. L’anno scorso abbiamo fatto complessivamente 21 competizioni in Italia, quest’anno siamo già a quota 19. L’anno passato abbiamo coinvolto circa 660 appassionati, quest’anno siamo già a 500 persone".
Chi partecipa questi eventi?
"L’età in cui vediamo più partecipazione è quella tra le medie e l’inizio delle scuole superiori. La prima cosa che ci interessa è l’aspetto aggregativo, la possibilità di vivere insieme una passione che ci accomuna. Il messaggio che vogliamo far passare a bambini e ragazzi che si avvicinano al nostro mondo è che la gara è innazitutto con se stessi. Gli esperti, i giocatori più bravi e veloci condividono la teoria e i loro metodi di allenamento: chi entra in questo mondo trova disponibilità da parte degli appassionati di più lunga data nello spiegare e rispondere alle domande. L’obiettivo è creare una comunità".
Come nasce la passione per il cubo?
"Oggi molto si basa anche sulla visibilità che hanno alcuni giocatori esperti, bravi a comunicare e che sfruttando Instagram e Tik Tok fanno vedere che ci sono persone capaci di risolvere il cubo in 10 secondi: questo crea curiosità e voglia di cimentarsi. Personalmente mi sono avvicinato a questo mondo nel 2006, per un passaparola: un mio compagno al liceo mi aveva raccontato di aver visto un video di un ragazzo americano che risolveva il cubo in 10 secondi: così è scattata l’idea del “proviamo anche noi“. Poi piano piano sono entrato nella community italiana dell’epoca, che erano forse giusto 20 persone. Numeri ben diversi da oggi: attualmente come associazione contiamo circa 700-750 soci di tutta Italia".
F.L.