Il Museo d’Arte Contemporanea di Lissone accanto al MAXXI di Roma, al Madre di Napoli, alla Gam di Torino, al Museo del Novecento di Milano e al Mambo di Bologna. Da oggi la struttura espositiva di viale Elisa Ancona, nata nel 2000, è, assieme a questi nomi prestigiosi, uno dei tasselli che compongono l’Amaci, l’Associazione dei musei d’arte contemporanea italiani.
Si tratta di 26 musei in tutto, la crème delle istituzioni che si occupano di arte contemporanea lungo lo Stivale. A permettere questo passaggio è stato l’importante percorso di crescita e di consolidamento portato avanti dal Museo di Lissone nel corso degli anni. Il MAC, infatti, si legge nella motivazione espressa dal presidente di Amaci, Lorenzo Balbi, e dai direttori dei diversi musei associati, "si è distinto per il ruolo cruciale che svolge sul territorio e per l’impegno nel rafforzare il proprio posizionamento sia a livello nazionale che internazionale". "La valorizzazione del patrimonio culturale e l’attenzione dedicata ai linguaggi dell’arte contemporanea – sottolineano – rappresentano un contributo prezioso che arricchisce il panorama culturale italiano, rendendo il Museo una realtà di grande valore per la nostra rete".
Con l’ingresso in Amaci, il MAC potrà contare su rapporti e sinergie con i principali luoghi dell’arte contemporanea in Italia, come il Pac e il Museo del Novecento a Milano, il Castello di Rivoli e la Gam di Torino, la Gamec di Bergamo e il Maga di Gallarate, il Mart di Trento e Rovereto e il Mambo di Bologna. O ancora, il Macro e il MAXXI di Roma, Castel Sant’Elmo e il Madre a Napoli, Ca’ Pesaro a Venezia. Creata nel 2003, Amaci è oggi un caposaldo per lo studio e la promozione della ricerca artistica contemporanea.
"L’ammissione del MAC in Amaci è una notizia che accogliamo con grande soddisfazione – spiega la sindaca Laura Borella –. Si tratta di un riconoscimento prestigioso del valore culturale del nostro museo. Siamo orgogliosi di far parte di questa rete di eccellenza, che contribuirà a rafforzare il nostro impegno nel promuovere la cultura e l’arte contemporanea anche fuori dai confini regionali". "Entrare a far parte di Amaci conferma il ruolo fondamentale del MAC nella scena culturale italiana – le fa eco l’assessora alla cultura Carolina Minotti –. Questo traguardo è il frutto di un lavoro costante di qualità e ricerca artistica che viene riconosciuto".
Il Museo d’Arte Contemporanea di Lissone è stato aperto esattamente 25 anni fa, nel 2000, sull’area un tempo occupata dal mobilificio Angelo Meroni, poi Meroni e Fossati, azienda sorta nel 1840 e che ha tenuto alto il nome della città nel settore dell’arredamento a livello mondiale. Cuore del patrimonio del MAC è la collezione derivata dalle edizioni storiche del Premio Lissone, andate in scena tra il 1946 e il 1967: la manifestazione fu allora, insieme alla Biennale di Venezia, un punto di riferimento imprescindibile per le ricerche artistiche più avanzate a livello internazionale, richiamando maestri del secondo ‘900 come Karel Appel, Antoni Tàpies, Emilio Vedova, Mario Schifano e Piero Dorazio, Achille Perilli, Valerio Adami e Francois Dufrêne, oltre che critici del calibro di Giulio Carlo Argan, Pierre Restany e Francesco Arcangeli.
Le opere di quei pittori sono i gioielli del Museo, accanto ai dipinti dell’artista lissonese Gino Meloni, che fu uno dei grandi esponenti dell’Informale. Tele, sculture e altre opere sono poi entrate a far parte del patrimonio del MAC nell’ultimo ventennio, assieme a una collezione di pezzi di design frutto del Premio Lissone Design. Nel corso degli anni dalle sale di viale Elisa Ancona sono poi passate mostre dedicate a Le Corbusier, Schifano, Tàpies, le avanguardie storiche, De Chirico e Savinio, Pistoletto e Cingolani.
F.L.