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A Seveso si tutelano due specie rare
Il Bosco delle Querce e Seveso aderiscono dal 2023 al progetto LIFEorchids e diventano custodi di orchidee. Ce ne sono di due specie all’interno dell’area protetta, cresciute spontaneamente in due punti, rilevate negli anni, censite e riportate in testi specializzati. Si tratta di Cephalanthera longifolia e Cephalanthera damasonium.
Le chiamano “specie bandiera“ perché la loro presenza, appunto spontanea, certifica lo stato di salute del luogo in cui crescono, testimonia di un habitat naturale sano e ben conservato, adatto alla biodiversità. "È fatto storico per Seveso, e non solo. Il Bosco delle Querce nasce da uno dei più grandi disastri provocati dall’uomo sull’ambiente, nello stesso luogo oggi nascono spontaneamente orchidee autoctone – dice la sindaca Alessia Borroni –. Che sono un po’ come le api, se proliferano significa che l’ambiente naturale è sano. Che ciò accada all’interno del Bosco delle Querce dimostra che questo parco è stato curato e mantenuto bene e l’accordo sottoscritto due anni fa impegna tutti noi ancora di più in questo senso".
LIFEorchids è un progetto finalizzato a contrastare l’attuale declino, e il rischio di estinzione, di orchidee spontanee tipiche di praterie ad alta biodiversità, considerate di particolare qualità proprio quando ricche in orchidee. Prevede il ripristino di questo habitat, il ripopolamento di 9 specie di orchidee, la stipula di accordi di custodia e lo scambio di pratiche e conoscenza tra Italia e Repubblica Ceca.
Il Bosco delle Querce di Seveso e Meda è stato interamente costruito dall’uomo con l’intento di dar vita ad un bosco con caratteristiche simili a quelle dei vicini boschi originari, costituiti in prevalenza da Farnia, Pino silvestre, Betulla, Carpino bianco, Ontano nero e Salice bianco. La tipologia più diffusa è rappresentata dal prato alberato, a cui si alternano zone ad arbusteto, diffuso soprattutto in corrispondenza delle colline di Seveso e di Meda. All’interno di questa matrice, si inserisce un bosco ad evoluzione spontanea, con un ricco sottobosco.
Dopo i lavori di bonifica, terminati nel 1984, un solo e unico grande pioppo era presente nell’area che oggi ospita il Bosco delle Querce; ma già alla fine del 1998, l’area era costituita da oltre 45mila tra piante arboree ed arbustive.
Sonia Ronconi