STEFANIA TOTARO
Cronaca

Dalla Servicedent tutti alla Odos "Ma ancora non ci hanno pagato"

La testimonianza di una delle 263 dipendenti della società che ha rilevato con un concordato preventivo il gruppo di “lady Sorriso“, Maria Paola Canegrati, condannata in primo grado a 12 anni per corruzione

di Stefania Totaro

"Dopo sei mesi di cassa integrazione, di cui ancora dobbiamo prendere quella di luglio e agosto, siamo andate al lavoro senza stipendio a settembre e ottobre. E adesso siamo a novembre a casa senza essere pagate. E da qui viene la rabbia perchè questi soldi a noi servono per mangiare e servono per sopravvivere a quelle molte tra noi che sono divorziate o mamme sole". A parlare è una delle 263 dipendenti della ‘Odos Service’, la società che ha rilevato con un concordato preventivo la ‘Servicedent’ di lady Sorriso, Maria Paola Canegrati (condannata in primo grado dal Tribunale di Monza a 12 anni per corruzione) e che invece il 28 ottobre scorso è stata dichiarata fallita, su suo stesso ricorso, dal Tribunale di Monza.

La srl specializzata in odontoiatria ospedaliera e sociale con sede in via Buonarroti 201 a Monza "gestiva i reparti odontoiatrici all’interno dei poliambulatori delle Asst di Monza e Vimercate - racconta la lavoratrice - Le Asst dichiarano di voler tutelare i pazienti, ma è da gennaio che sono lì a guardare mentre il reparto odontoiatrico crollava, nonostante le molteplici segnalazioni da parte dei pazienti che hanno pagato prestazioni mai eseguite o iniziate o mai terminate. Bambini con apparecchi ortodontici da controllare, anziani senza denti da mesi. Noi costrette a prenderci insulti dai pazienti che volevano eseguire le cure o avere i rimborsi, che non avvenivano nell’immediato. Siamo andate a lavorare fino all’ultimo giorno per garantire un servizio che purtroppo non potevamo fare senza gli strumenti giusti, senza i medici. La rabbia è che tutti sapevano e nessuno è intervenuto ed ora chiediamo di essere tutelati". Dal canto suo, la Asst di Monza ha fatto sapere di essersi "mossa da tempo al fine di garantire agli utenti la maggior tutela sia del diritto alla salute sia delle spese già sostenute" e che si sta "procedendo a un esame delle cartelle cliniche dei pazienti affinché, i casi più urgenti, possano trovare una pronta risposta nella clinica odontoiatrica aziendale". Mentre la curatrice del fallimento di Odos Service, Elisabetta Brugnoni, ha già trovato un’intesa con un operatore del settore per l’affitto dei rami di azienda "ancora produttivi" per "garantire, nel limite del possibile, la prosecuzione del servizio nell’interesse dei pazienti e, al contempo, la salvaguardia dei posti di lavoro".

Al momento l’attività ambulatoriale è sospesa perchè "non ricorrono i presupposti per l’esercizio provvisorio" della società, ma l’auspicio è che "con la collaborazione delle Aziende ospedaliere interessate, che dovranno dare l’assenso al subentro dell’affittuario nei contratti" si possa stipulare il contratto di affitto di ramo d’azienda e l’attività negli ambulatori possa riprendere. Una strada che porterà di conseguenza anche a decidere nei prossimi giorni quanti dipendenti potranno tornare al lavoro e per quanti si dovrà riaprire la cassa integrazione.