GUALFRIDO GALIMBERTI
Cronaca

David Fumanelli nella sua Monza "Venivo in bici a vedere le gare Qui ho sognato di diventare pilota"

Originario di Brugherio, è la stella brianzola della 12 Ore, dov’è impegnato con Kessel Racing. Arriva da Le Mans, il suo obiettivo è concludere la manifestazione sul podio di casa.

David Fumanelli nella sua Monza "Venivo in bici a vedere le gare Qui ho sognato di diventare pilota"

di Gualfrido Galimberti

È una delle stelle del campionato Gt, ma è anche un campione di disponibilità. Non è stato difficile scambiare due chiacchiere con David Fumanelli, brianzolo originario di Brugherio, in occasione della 12 Ore di Monza, dov’è impegnato con Kessel Racing. A pochi minuti dalla partenza, sabato mattina ha accettato di raccontarsi un po’.

Quali le aspettative per questa corsa che tiene banco all’autodromo?

"Arrivo da Le Mans, dove ho corso venerdì. L’auto è nuova e non ho avuto molto tempo per provarla. So che i ragazzi hanno fatto un bel lavoro. Mi auguro che sia l’occasione giusta per collaudare la vettura nel miglior modo e per concludere la manifestazione sul podio. Abbiamo le potenzialità per concludere nelle prime posizioni".

Cosa significa correre qui?

"È bellissimo. Questo è un circuito che conosco alla perfezione. È quello che mi ha fatto sognare di diventare un pilota. Sono originario di Brugherio, poi mi sono trasferito a Lesmo: venendo qui in bicicletta nel parco e ammirando le auto che sfrecciavano, mi sono appassionato fino a sperare di poter essere io un giorno su questa pista. Volevo diventare professionista, ce l’ho fatta. Ovviamente grazie al sostegno della famiglia. Incoraggerei i giovani a fare altrettanto? Certamente sì. Ci vogliono sacrifici e umiltà, ma le soddisfazioni sono tante".

Cosa dobbiamo aspettarci dal tuo futuro sportivo?

"Da tre anni sono con Kessel Racing, mi sto trovando bene. Anche il campionato Gt è molto bello, di alto livello, capace di richiamare anche qui in Italia un numero sempre maggiore di appassionati e di tifosi. In parte dovuto alla presenza di Valentino Rossi, ma in parte anche perché la categoria si fa conoscere e apprezzare sempre di più. I tanti tifosi intervenuti qui a Monza, anche grazie all’ingresso libero, lo dimostrano. Per quanto mi riguarda spero di poter disputare la 24 Ore di Le Mans, davvero affascinante, e di riuscire a salire sul podio".

Nel dibattito tutto brianzolo sull’importanza dell’autodromo di Monza, tu che sei anche un addetto ai lavori cosa suggerisci?

"L’autodromo di Monza è un patrimonio non solo brianzolo, bensì dell’automobilismo e dello sport mondiale. Dev’essere mantenuto e rilanciato. Credo che non abbia ancora espresso tutte le sue potenzialità, soprattutto in questo periodo di cambiamenti. Da pilota è un sogno, un luogo da favola. Da cittadino dico che è un motivo di vanto e un luogo molto amato da tutti, così come del resto è ben considerato tutto il parco di Monza".

È un circuito che frequenti molto?

"A dire il vero ora in modo occasionale: lo faccio soltanto quando devo venire qui a gareggiare. Non è più come una volta. Posso dire di conoscerlo a memoria, questo sì, ma i miei impegni professionali mi tengono spesso lontano da qui".

Proviamo a parcheggiare l’auto da corsa e a togliere la tuta: un giorno da cittadino qualunque. Com’è la Brianza?

"Su questo non ho proprio dubbi: la Brianza è davvero bella. Si vive bene, c’è tanto verde, i servizi non mancano. È un bel posto dove avere casa e mettere radici. Per bellezza e accoglienza vale più di quanto forse noi stessi immaginiamo".

E i brianzoli?

" Sono belle persone. Cordiali, gentili, serie, concrete e operose: il brianzolo pensa sempre al lavoro e, a differenza di altri, va terribilmente di corsa".

Un po’ come Fumanelli. Garbato e disponibile, da quando è riuscito a mettersi al volante corre a più non posso. Piede abbassato sull’acceleratore, senza paura, regalando emozioni.