STEFANIA TOTARO
Cronaca

Davide Erba si difende: ricorso al Tribunale del Riesame i di lusso e criptovalute

Il legale dell’editore de “Il Cittadino” chiede il dissequestro di tutta la documentazione contabile La Finanza aveva ipotizza “condotte distrattive dai conti correnti societari”

L’imprenditore di 44 anni Davide Erba ai tempi della presidenza del Seregno calcio

La sede del bisettimanale Il Cittadino e, a destra, l'imprenditore-editore Davide Erba

Monza, 9 ottobre 2024 – Un ricorso al Tribunale del Riesame di Monza per il dissequestro di tutta la documentazione contabile delle società di Davide Erba. L’ha presentato l’avvocato Attilio Villa, che difende l’imprenditore 44enne di Biassono editore del bisettimanale “Il Cittadino” indagato di bancarotta fraudolenta dalla Procura di Monza.

Nel ricorso, la cui udienza non è stata ancora fissata, si chiede di annullare l’ordinanza probatoria firmata dai pm Carlo Cinque e Marco Giovanni Santini che ha mandato la guardia di finanza nella sede monzese dello storico giornale che ha appena compiuto 125 anni e nelle sedi delle altre società di Erba a portare via le carte riguardanti le attività del 44enne.

L’accusa

Secondo gli inquirenti dagli accertamenti sulle società dell’imprenditore che da un paio di anni si è trasferito a Dubai emergerebbe “un possibile depauperamento del patrimonio dell’Editoriale Il Cittadino srl”, già acquistato in precarie condizioni finanziarie, attraverso “condotte distrattive dai conti correnti societari” giustificate come “prestiti infruttiferi” ma “verosimilmente a personale vantaggio” dell’imprenditore che verserebbe “in uno stato di sofferenza finanziaria caratterizzato, tra le altre cose, anche dall’accumulo di debiti verso l’Erario e gli istituti di previdenza sociale”. Altre condotte distrattive “per meri fini personali” sarebbero state attuate “anche a danno delle casse sociali della Midarex srl attraverso l’acquisto di opere d’arte, orologi di lusso ed immobili all’estero”.

Un’ipotesi respinta da Erba e dalla sua difesa, secondo cui non è possibile contestare il reato di bancarotta fraudolenta in assenza di una dichiarazione di fallimento o di un’istanza in questo senso. Tecnicamente sarebbe stato più giustificato, almeno sulla carta, indagare per appropriazione indebita (ma in quel caso mancherebbe la querela della parte offesa) oppure per riciclaggio. Inoltre la difesa contesta la decisione della Procura, alla luce della contestazione di bancarotta fraudolenta incentrata sulla società editoriale, di porre sotto sequestro anche la documentazione relativa alle altre società di Erba, prima tra tutte la Midarex, che ha assorbito altre analoghe società la cui attività è stata dichiarata cessata o in liquidazione.

Per le Fiamme gialle l’imprenditore “parrebbe avere avviato un processo di alienazione globale dell’intero patrimonio societario” vendendo anche la villa a Giussano. Per i debiti con Erario e Previdenza sociale, infine, sarebbe in corso una rateizzazione dei pagamenti.

Sotto la lente degli investigatori anche ingenti compravendite di criptovalute “non indicate nelle dichiarazioni fiscali” e bonifici per oltre 2 milioni di euro dal conto di una società elvetica operante nel commercio di beni di lusso per fantomatiche mascherine Ffp2 che nulla c’entrano con l’oggetto sociale della Midarex.