Monza – Dalle indagini sulla presunta corruzione urbanistica al Comune di Usmate Velate è partita l’ipotesi di reato di bancarotta fraudolenta a carico dell’editore de Il Cittadino, Davide Erba. Nel novembre dell’anno scorso i militari della Guardia di finanza di Monza, che stavano intercettando le utenze telefoniche degli indagati, sono incappati in una chiamata fatta all’ex geometra di Silvio Berlusconi, Francesco Calogero Magnano, dal padre dell’allora direttore del bisettimanale monzese, Cristiano Puglisi, in cui il genitore rappresentava a Magnano che al giornale “i ragazzi cominciano ad annaspare perché non ci sono soldi” e che Erba “tutti i fornitori non li paga”. “Non c’ha una lira neanche se lo metti a testa in giù... a parte le Lamborghini, la villa, questo, quello, quell’altro...”, lamenta il padre dell’ex direttore preoccupato perché ha saputo di “un omesso versamento di contributi per i dipendenti”.
Da questa conversazione è nata un’informativa che è arrivata sul tavolo del pm monzese Carlo Cinque che ora, insieme al collega Marco Giovanni Santini, ha aperto un fascicolo nei confronti di Davide Erba per bancarotta fraudolenta. Secondo gli inquirenti dagli accertamenti sulle società dell’imprenditore 44enne, che da un paio di anni si è trasferito a Dubai, emergerebbe “un possibile depauperamento del patrimonio dell’Editoriale Il Cittadino srl”, già acquistato in precarie condizioni finanziarie, attraverso “condotte distrattive dai conti correnti societari”.
Bonifici per 195mila euro giustificati come “prestiti infruttiferi” ma “verosimilmente a personale vantaggio” dell’imprenditore che verserebbe “in uno stato di sofferenza finanziaria caratterizzato, tra le altre cose, anche dall’accumulo di debiti verso l’Erario e gli istituti di previdenza sociale”. Altre condotte distrattive “per meri fini personali”, secondo le indagini, sarebbero state attuate “anche a danno delle casse sociali della Midarex srl attraverso l’acquisto di opere d’arte, orologi di lusso ed immobili all’estero”. In più dal 2018 al 2022 cospicue compravendite di criptovalute “non indicate nelle dichiarazioni fiscali”; bonifici per oltre 2 milioni di euro dal conto di una società elvetica operante nel commercio di beni di lusso con la causale che riporta al codice identificativo delle mascherine Ffp2 che nulla c’entrano con l’oggetto sociale della Midarex specializzata in apparecchiature elettroniche per telecomunicazioni e componenti elettronici; gli acquisti di un Daytona Cosmograph e di un volo privato da 46mila euro e bonifici per oltre 160mila euro a una società di diritto tedesco di leasing e compravendita di auto, nonché ingenti somme su un conto corrente belga.
Per le Fiamme gialle l’imprenditore di Biassono “parrebbe avere avviato un processo di alienazione globale dell’intero patrimonio societario” vendendo anche la mega villa a Giussano, dove i promissari acquirenti l’altro giorno, arrivati per un sopralluogo, si sono trovati davanti i finanzieri. Le indagini, comunque, sono in corso e ancora alla fase conoscitiva e sotto sequestro è finita solo la documentazione contabile delle società. La difesa di Davide Erba si oppone alla contestazione dell’ipotesi di reato di bancarotta fraudolenta in assenza di una dichiarazione di fallimento e nemmeno di un’istanza aperta in questo senso a carico delle società e precisa che per i debiti con Erario e altri Enti sono in corso le rateizzazioni.