
Ostetrica nella sala parto (foto di repertorio)
Desio (Monza Brianza), 24 giugno 2020 - Sale parto senza ostetriche, nessuna certezza sull’arrivo dei rinforzi e la prospettiva di dover affrontare "turni massacranti". Perché anche giugno ormai è passato e all’ospedale di Desio, in Brianza, ancora non è stata sostituita nemmeno una delle 10 ostetriche in maternità su 35 in servizio. E, visto che la sorte si accanisce, resta scoperto pure il posto di un’altra in aspettativa. Eppure "la direzione dell’ospedale ci ha confermato che cercheranno di garantire comunque le tre settimane di ferie al personale".
Lucia Pezzuto, sindacalista della Cisl, non nasconde la sua perplessità al termine della trattativa con i vertici della Asst di Monza a cui fa riferimento l’ospedale di Desio. In servizio sono rimaste solo 24 ostetriche a coprire turni 24 ore su 24, sette giorni su sette. Sono obbligate "a fare i salti mortali, a coprire anche 4 notti in dieci giorni". Sono settimane che chiedono aiuto alla direzione dell’Asst proprio perché "dobbiamo tutelare prima di tutto le donne e i loro bambini", invece "ad oggi l’unica risposta ricevuta è che stanno vagliando delle ipotesi". E le ipotesi non sono poi moltissime. Scartata quella di rimpiazzare le ostetriche con delle infermiere, "resta la possibilità di attingere dalle graduatorie anche se i tempi sarebbero lunghi, oppure si potrebbe chiamare personale dalle agenzie interinali che, in un paio di giorni, riuscirebbe a essere operativo", aggiunge Donato Cosi, del sindacato NurSind. E infatti, delle tre assunzioni che l’Asst avrebbe finora autorizzato per compensare parzialmente la carenza di organico, soltanto una ha ricevuto la chiamata effettiva, ma potrà essere disponibile soltanto a metà luglio dopo aver esaurito il periodo di preavviso nel suo attuale posto di lavoro. E intanto in reparto "tra un po’ ci chiederanno anche il sangue".
Anche perché la trattativa al momento si è fermata: "La direzione dell’azienda ha detto che appena saranno pronti ci faranno sapere la soluzione a cui hanno pensato", aggiorna Pezzuto. Linea confermata anche dalla telegrafica risposta ricevuta dai piani alti di una delle più importanti realtà socio-sanitarie della Lombardia: "Nessuna replica". A giugno ci hanno pensato sei ostetriche a "salvare" il reparto rinunciando a una settimana di ferie ciascuna. «L’Asst sta negando alle future mamme l’assistenza di cui avrebbero diritto. Ormai non si è più in grado di garantire l’assistenza personalizzata su misura di ciascuna paziente che è dovuta indistintamente a tutte – attacca Nadia Rovelli, presidente dell’Ordine delle ostetriche delle province di Monza e Brianza, Milano, Lodi, Bergamo e Cremona –. In Lombardia ci riesce solo il 30% degli ospedali". Ma la situazione di Desio non sarebbe l’unica: "Da una parte la Regione ha chiesto di mantenere l’assistenza territoriale alle future mamme per ridurre ai casi strettamente necessari l’accesso all’ospedale – denuncia Rovelli –, dall’altra sono state tolte ostetriche ai consultori, andando così nella direzione opposta. E poi succede che nella Bergamasca 150 donne non hanno potuto fare l’ecografia morfologica, m a ormai sono arrivate al termine della gravidanza".