di MARCO GALVANI
Cronaca

La carica della Bandabardò a Villa Tittoni

Dopo 25 anni la band fiorentina non ha smesso di graffiare. Concerto domani sera

Bandabardò

Desio (Monza e Brianza) 30 maggio 2019 - Ritmo e vitalutà . Testi combattivi, energici e sì, pure cattivi, che s’allungano su una musica che fa festa. Che ti spettina fino all’ultima fila. È la musica folk rock fiorentina della Bandabardò. Storica band utile contro il logorio della vita moderna. "siamo un po’ come l’aspirina quando hai il mal di testa", il biglietto da visita di Enrico "Erriquez Greppi, voce, anima e fondatore nel 1993 – insieme ad Alessandro "Finaz" Finazzo – di un gruppo che ha fatto carriera con la gavetta, senza scorciatoie. E che dopo oltre 25 anni è ancora lì, pronto a salire sul furgone per andare a suonare. «Giullari di una strana Italia» che domani sera arriveranno al festival Parco Tittoni a Desio (biglietti 10 euro, inizio concerto alle 21.50), tappa di un Summer Tour che li porterà ovunque.

Erriquez, cosa si deve aspettare il pubblico di domani?

Sarà una serata bella carica, in scaletta ci saranno canzoni per vogliono farsi sentire. Anche qualcuna che solitamente non facciamo mai, più morbide, come «Negli occhi guardo poco» o «Fine delle danze.

Discograficamente mancate da un po’, dove vi sta portando la creatività?

Stiamo facendo un po’ come i giovani: scriviamo e poi mettiamo su YouTube. Ma nel frattempo stanno venendo alla luce delle canzoni che diventeranno un Lp. Anche se non c’è un filo rosso di collegamento, non è un concept. E’ un’espressione libera, canzoni che non s’assomigliano. Sarà un lavoro originale e divertente.

Gli argomenti?

Siamo sinceri: grazie agli eroi negativi di oggi, di materiale ce n’è in abbondanza. Noi siamo cronisti dell’oggi e del ieri. E continueremo a farlo.

Undici dischi, 107 canzoni, un quarto di secolo e oltre millecinquecento concerti: nei prossimi 25 cosa farete?

Beh, io da grande vorrei fare il giocatore di rugby... intanto sto dando sfogo alla mia vera, grande passione, ovvero l’insegnamento. Il confabulare di musica con giovani artisti. Suggerire tecniche e tattiche, come è stato per noi, all’inizio, con i Litfiba di allora.

Parlate di temi forti, da sempre. Oggi il mondo dove sta andando? E cosa lo salverà?

Gli uomini devono rendersi conto che bisogna rimboccarsi le maniche per prendersi cura della natura. Per ora lo hanno capito soltanto i bambini. Questa consapevolezza ci salverà. Con la nostra voglia di vivere. E il sorriso di chi ascolta la nostra musica. A quello, per fortuna, siamo abbastanza intelligenti da non esserci ancora abituati.