Tre associazioni molto attive, che sono l’epicentro sportivo e aggregativo per oltre mille persone. Oltre 30 mila metri quadrati di verde a cavallo tra Cesano, Desio e Seregno. Un circolo ricreativo, spesso teatro di feste e manifestazioni. Tutto pronto per essere spazzato via dal "mostro di asfalto e cemento" chiamato Pedemontana. Eppure, le persone che vivono, animano e amano questo "angolo di paradiso", almeno per loro, salvaguardato in tutti questi anni da abusi edilizi e discariche, non intendono alzare bandiera bianca.
Anzi, fanno le barricate: per ora, solo a parole. Poi, chissà. Siamo al Quagliodromo di San Carlo, in strada comunale dei Boschi. "Fra tesserati e appassionati qui siamo oltre mille persone che arrivano da tutta la Brianza, ma anche dal Milanese e altre province – racconta Rosella Arienti che dà aiuto all’anziano papà Luigi, il presidente, a gestire il Circolo –. Un mese fa ci è arrivato a casa il documento di esproprio di tutta l’area ed è stato un fulmine a ciel sereno. Il progetto del 2018 prevedeva l’autostrada a due corsie salvaguardando un pezzo di verde e questa attività, che è in vita dal 1974. Chiediamo assolutamente di fare un passo indietro, a quella versione, altrimenti qui verrà raso tutto al suolo e sostituito dal cemento".
Una prospettiva ormai molto concreta, ma che ancora non riescono ad accettare: "Ci hanno sconsigliato di rivolgerci a dei legali perché non serve a nulla – prosegue –. Stessa cosa con il Comune. Così ci siamo rivolti direttamente a Pedemontana, chiedendo che almeno ci ricostruiscano la struttura da un’altra parte, ma ci hanno detto di no. A nessuno interessa se chiudiamo e scompaiono queste realtà storiche".
Nell’area gravitano l’associazione Cacciatori, una Asd che si occupa di addestramento e gare di levrieri e la Asd Dac che fa tiro a segno ad aria compressa. "Per noi sarebbe un enorme danno – sottolinea Tommaso Curci, che si occupa di allenamenti e competizioni amatoriali di levrieri non solo per la finalità ludico/sportiva –, ma anche per l’aspetto sociale che verrà a mancare: tante persone in questa struttura si sono conosciute, frequentate, sono diventati amici. Lo so che è complicato che si possa tornare su passi ormai decisi, ma se ogni tanto si pensasse anche al benessere della gente e degli animali, invece di anteporre sempre il denaro".
“Il Quagliodromo è nato in una zona di periferia, strade dissestate, assenza di illuminazione, luoghi abbandonati con tutte le problematiche che ne conseguono – proseguono i responsabili –. Grazie a noi questa zona è sempre stata salvaguardata negli anni da criminalità, incuria dei territori, degrado ambientale; ne ha avuto beneficio anche l’ambiente circostante, con la manutenzione dei campi, taglio dell’erba, evitare l’abbandono di rifiuti di ogni genere, come invece avviene ancora oggi a poca distanza".
"Mio padre, grazie agli associati, ha sempre aiutato la comunità – racconta Rosella Arienti –, con donazioni importanti per la Lega contro i tumori, la Croce Rossa e altre realtà. Questo posto non si merita di essere spazzato via da una autostrada che non servirà e andrà a discapito della salute".