STEFANIA TOTARO
Cronaca

Desio, uccise il padrone di casa con 37 coltellate: Johnatan Fals Reyes condannato a 15 anni

Secondo il 30enne cubano, dichiarato seminfermo di mente per disturbi di tipo ossessivo e persecutorio, Iulian Avadani gli avvelenava il cibo

L'omicidio era avvenuto in una casa di corte in centro a Desio

L'omicidio era avvenuto in una casa di corte in centro a Desio

Desio (Monza Brianza), 10 Gennaio 2025 - La Corte di Assise di Monza ha condannato a 15 anni di reclusione Johnatan Fals Reyes, il cubano di 30 anni fermato nel giugno dell’anno scorso dai carabinieri dopo l’aggressione mortale a Iulian Avadani, il romeno 48enne che gli aveva affittato una stanza in una casa di ringhiera in pieno centro a Desio.

L'imputato, ancora detenuto in carcere, è stato ritenuto responsabile di avere ucciso la vittima con 37 coltellate dopo averlo buttato a terra sul ballatoio, convinto che gli avvelenasse il cibo. Una perizia psichiatrica l'ha dichiarato parzialmente incapace di intendere e di volere al momento del fatto per disturbi mentali di tipo ossessivo e persecutorio, quindi i giudici hanno disposto che venga inviato in una struttura psichiatrica giudiziaria. La Procura aveva chiesto per il cubano la condanna a 20 anni di reclusione, togliendo l'aggravante inizialmente contestata dei futili motivi dopo l'accertamento della seminfermità mentale e non riconoscendogli le attenuanti generiche per non avere confessato l'omicidio.

Queste attenuanti sono state invece concesse dalla Corte, che ha condannato l'imputato anche al risarcimento dei danni, con una provvisionale di 80mila euro ciascuna, alle due figlie 18enne e 20enne della vittima che si sono costituite parti civili al processo con l'avvocata Serena Miceli. Il difensore dell'imputato, l'avvocato Pierpaolo Cassarà, aveva chiesto in prima istanza che venisse approfondita la perizia psichiatrica disposta al processo (in udienza preliminare una prima perizia aveva concluso per la piena capacità di intendere e di volere) in quanto l'analisi degli esiti della patologia psichiatrica di cui soffre il 30enne, sin dall'adolescenza assuntore di droghe, è stata eseguita con il paziente sottoposto ad un "pesante" carico di farmaci "che addormenterebbero un cavallo".

In seconda istanza il legale chiedeva l'assoluzione dell'imputato in relazione a questa circostanza e agli "elementi labili" di prova a suo carico. Tra 90 giorni le motivazioni della sentenza.