DARIO CRIPPA
Cronaca

"Stanze dell’amore? No, fate lavorare i detenuti"

Dibattito aperto sul piano della Regione contro i suicidi. Benemia (Uilpa Penitenziaria): progetti utili per impiegare i reclusi

Polizia Penitenziaria

Monza - In Lombardia nel 2022 si sono verificati 17 dei 53 suicidi avvenuti nelle carceri italiane. Tre soltanto in quello di via Sanquirico a Monza. La grana è spinosa. E le proposte per fare qualcosa in merito si susseguono. Se l’altra settimana una delegazione guidata dai Radicali, dopo una visita a Monza, aveva proposto fra le altre cose l’apertura di stanze dell’amore per favorire gli incontri affettivi fra i detenuti e le loro compagne e l’installazione di un telefono in ogni cella, ora si è mossa anche la Regione Lombardia. Il Pirellone ha aggiornato il piano per la prevenzione del rischio suicidi nelle carceri. Il nuovo documento è stato elaborato da un gruppo di lavoro costituito da rappresentanti delle aree sanitaria e penitenziaria. L’obiettivo è fornire linee di indirizzo comuni affinché ogni istituto penitenziario intraprenda azioni più efficaci per la presa in carico dei detenuti con problemi di disagio psichico. «L’aggiornamento del piano – fanno sapere - si è reso necessario anche a seguito dell’emergenza Covid in ambito penitenziario a causa delle restrizioni adottate per i contatti dei detenuti con l’esterno, elementi che hanno reso più dure le condizioni di pena. Un quadro difficile che, tra le sue conseguenze, ha provocato anche un aumento del tasso di suicidi in carcere, come rilevato dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria del Ministero della Giustizia".

"Un argomento da affrontare con molta attenzione - ha evidenziato la vicepresidente e assessore al Welfare di Regione Lombardia, Letizia Moratti - e, proprio per questo, è necessario discuterne. Un percorso potrebbe consistere nel coinvolgimento degli attori del sistema penitenziario e sanitario, detenuti compresi, attivando una rete di attenzione per rilevare eventuali segnali di disagio e sofferenza emotiva correlabili ad un rischio di suicidi. E come altri ambiti hanno dimostrato, la prevenzione diventa fondamentale". "Anche le carceri, così come gli altri ambiti sanitari - ha aggiunto la vicepresidente - risentono della difficoltà di reperire personale sanitario. Per questo il percorso intende prevedere il coinvolgimento di medici specializzandi, così come avviene nei Pronto Soccorso". Il consigliere regionale leghista Alex Galizzi poi ha protocollato un progetto di legge per avviare “Progetti di Volontariato Socialmente Utili con impiego di detenuti per la protezione dell’ambiente e manutentivi del territorio”. L’idea è quella di mandare gruppi di detenuti, massimo 10 alle volta, per un mese e su base volontaria, in luoghi montani dove lavorare per interventi di manutenzione e protezione dell’ambiente.

"Le carceri - spiega il consigliere regionale - soffrono del problema del sovrappopolamento e della mancanza di personale di polizia penitenziaria anche perché spesso impegnati in servizi esterni. I detenuti costretti a vivere giustamente con libertà limitata per scontare i propri reati con il tempo spesso ricadono in problemi psichici, di dipendenze da farmaci o da dipendenze da droghe o similari. La polizia penitenziaria si trova invece allo stato attuale a gestire un sistema di “sorveglianza dinamica” ed attuata con celle aperte trovandosi spesso in situazioni difficili da gestire per le svariate motivazioni tra cui la gestione di persone che non hanno nulla da perdere, persone che provengono da culture e abitudini diverse, il sovraffollamento, le rivalità tra detenuti e le richieste non attuabili per svariati motivi oltre ad una normativa che non tutela sufficientemente ne legalmente ne operativamente l’operato da tutore della legalità. L’insieme di queste problematiche porta alla necessità di trovare soluzioni che vadano incontro alle necessità e propedeutiche al reintegro futuro del detenuto nella società, riducendo la recidività e dando loro una possibilità di essere socialmente utili oltre che a comprendere l’importanza del rimborso almeno in parte del danno cagionato nel reato compiuto oltre che del danno recato nella spesa pubblica di gestione delle carceri e nel mantenimento giornaliero del detenuto stesso".

Domenico Benemia, presidente regionale del sindacato Uilpa polizia penitenziaria, plaude: "Altro che carceri dell’amore, bisogna pensare piuttosto a far lavorare i detenuti, magari in strutture pubbliche. Con un duplice valore: contribuire al proprio mantenimento e guadagnare degli sconti di pena, come avviane in Svezia. Non spiegherei mai a un medico o a un infermiere come si lavora in una sala operatoria, invito chi vuole parlare di carcere a confrontarsi con chi come gli agenti di polizia penitenziaria ci si trova a lavorare ogni giorno".