PAOLO GALLIANI
Cronaca

Dhian, il cuore in cucina. L’India si sposa con la Brianza per scoprire il Gusto della Vita

La favola del cuoco figlio di contadini arrivato a piedi da Delhi a Francoforte per chiedere asilo. Lì ha conosciuto Elena: l’amore, il ritorno in Italia e l’apertura del ristorante in una vecchia latteria.

Dhian, il cuore in cucina. L’India si sposa con la Brianza per scoprire il Gusto della Vita

Dhian, il cuore in cucina. L’India si sposa con la Brianza per scoprire il Gusto della Vita

Ha un sorriso che comunica empatia. Ha l’abitudine di rivolgersi agli altri guardandoli negli occhi perché sa che, facendolo, riesce a comunicare più di quanto sappia fare con le sole parole. E ha un ego decisamente sotto controllo, virtù rara nel mondo autoreferenziale della ristorazione. Insomma, un incontro piacevole quello con Dhian Singh. Ed è una vera scoperta questo cuoco indiano e Sikh, diventato un interprete fedele della cucina italiana nel locale che ha aperto con la moglie Elena qualche anno fa, a Meda, in corso Matteotti. Indirizzo ispirativo. Come il nome - Il Gusto della Vita - che marito e moglie avevano voluto dare al loro ristorante, inizialmente aperto a Monza. Bello ascoltare la loro storia: lei, 21enne seregnese, che raggiunge Francoforte per perfezionare lo studio delle lingue. E lui, 19enne, figlio di contadini in un paesino a pochi chilometri da Delhi, che raggiunge la financial city tedesca dopo un viaggio a piedi di oltre 2 mesi attraverso la Russia e la Polonia riuscendo ad ottenere l’asilo politico e un permesso di soggiorno. Una bella parabola.

L’incontro galeotto tra i due giovani in una trattoria italiana dove entrambi lavoravano, il batticuore che diventa amore, infine la decisione: coronare il legame al di qua delle Alpi. Scelta allietata da due figli (oggi hanno 10 e 16 anni). E sublimata nell’apertura di un ristorante tutto loro. Per 17 anni a Monza, in via Bergamo. Quindi a Meda, destinazione scelta a dispetto della perplessità di amici e conoscenti. "È un paese morto. Finirai per pentirti", ripetevano tutti. Ciechi e prevenuti. "In realtà ho scoperto che da queste parti c’è tanta ricchezza anche se poco sfoggiata – racconta Dhian –. In questo i medesi ricordano i miei connazionali indiani, specie quelli benestanti, che considerano l‘understatement come uno stato dell’anima". Domanda istintiva: ma i brianzoli non le sembrano un po’ chiusi?. Risposta: "Forse all’inizio, perché hanno bisogno di studiarti. Ma quando ti conoscono, ti danno il cuore". Tant’è. Nel 2018 “Il Gusto della Vita” rinasce nella sua attuale collocazione e in pochi mesi si prende le sue strameritate soddisfazioni. Con tanto di riscontri: da parte dei grandi brand locali del design, ma anche dei gourmet. Che cominciano a familiarizzare con questo chef di un altro pianeta che firma una cucina sana italiana, principalmente di pesce.

E con questo ristorante, elegante ma senza spocchia, ingentilito dalle opzioni decorative consigliate dall’architetto Annamaria Farina: valorizzare estetica e funzionalità di quella che un tempo era una vecchia Latteria e rendere godibile lo scantinato oggi trasformato in una deliziosa cave con mattoni a vista dove organizzare pranzi, cene aziendali e degustazioni. Come dire: il contest c’è ed è pure piacevole. Come lo è la proposta culinaria di questo cuoco originale e competente, ancorché poco portato agli eccessi del fine dining. E come lo sono alcuni piatti iconici. Come l’insostituibile “Pacchero con pesto di pistacchio e gamberi rossi” che non esce mai dalla carta. O il tonno pinna gialla alla griglia con salsa vitellata. Anche se è comprensibile la tentazione di scommettere sugli “Gnocchetti di pane raffermo con crema di zenzero e bocconcini di gallinella” o sulla “coda di rospo con impanatura al nero di seppia e disco di zucchina alla griglia”, pietanze tutte accompagnate dai puntuali consigli enologici della signora Elena, maître e sommelière.

E l’atmosfera? Garbata e gradevole. Perché il tandem Dhian ed Elena è inossidabile. E con loro lavorano ragazzi e ragazze (Marco e Giulia in sala, Antonio e Rachid in cucina) che lasciano intravvedere un senso di appartenenza essenziale quando si vuole fare squadra. Resta da scegliere il dessert, tra il semifreddo allo zenzero con salsa di lamponi e il tiramisù con crumble al cacao. Ma il gran finale è un altro. Dhian che esce dalla cucina. Dhian che si accomoda a fianco dell’ospite. E Dhian che si mette a disquisire sull’emozione che lui spera di riuscire a trasmettere a chi frequenta il suo locale: il Gusto. Della vita.