BARBARA CALDEROLA
Cronaca

Stefano Semprini, di corsa da New York a Stoccolma: “Orgoglioso della mia bandiera”

Il vigile del fuoco runner, chiamato a guidare l’Italia alla maratona, pensa ai prossimi impegni. I crampi a metà percorso non gli hanno impedito di tagliare il traguardo: "Mi ha spinto la responsabilità"

Stefano Semprini, il runner vigile del fuoco di Cavenago, è stato scelto come portabandiera dell’Italia alla Maratona di New York

Stefano Semprini, il runner vigile del fuoco di Cavenago, è stato scelto come portabandiera dell’Italia alla Maratona di New York

Sette ore e 21 minuti sofferte per i crampi da metà percorso, ma forse le più belle della vita da runner di Stefano Semprini, il vigile del fuoco di Cavenago, portabandiera dell’Italia alla Maratona di New York. I polpacci contratti non gli hanno impedito di tagliare il traguardo con il sorriso sulle labbra.

"È stata un’esperienza indescrivibile – dice di ritorno dalla Grande Mela –. Avere un ruolo così importante non ha prezzo. Mi sono sentito orgoglioso".

E con lui tutti i tifosi italiani incollati alla cerimonia di apertura in Central Park per non perdersi un minuto della parata iniziale. "Sono 42 chilometri di saliscendi, i dolori non mi hanno dato tregua, ma ho resistito. Non potevo fare in altro modo. A spingermi avanti è stata la responsabilità che ho sentito con la nomina a rappresentare il Paese". Nella sua candidatura spiccava la dedica ai vigli del fuoco caduti l’11 settembre.

Lui, pompiere volontario di lungo corso, non poteva che rendere omaggio ai colleghi morti nella tragedia delle Torri Gemelle. Ora, è già al lavoro per i prossimi impegni internazionali. Due nel 2025, maratona di Stoccolma e poi di nuovo oltreoceano per quella di Chicago. La preparazione sarà lunga: "Dimagrirò per far scendere il cronometro", promette. Un altro duro lavoro, "ma la soddisfazione di arrivare fino in fondo è impagabile". Lo sa bene Semprini che ha già partecipato alle più famose competizioni del mondo fra i 10 e i 42 chilometri, Berlino, Londra, Atene, Valencia, ma anche Roma, Milano. Senza Covid e senza l’ultima sigaretta non sarebbe successo. "Ho smesso di fumare prima della pandemia e quella è stata la molla per cominciare ad allenarmi".

Invece l’idea di disputare le gare più celebri del pianeta è stata un fioretto, la promessa al padre contagiato dal virus in rianimazione che l’avrebbe fatto per lui. E da allora non ha più smesso. Con i colori dei Runners Bergamo e dei Vigili del fuoco di Monza ha raccolto tante soddisfazioni. "Ma devo completare il giro: mancano anche Boston e Tokyo". Di corsa "un inno alla vita, che piace sempre di più a chi lo fa e al pubblico". Fra i 55mila corridori di New York c’era anche lui. A incoraggiarli, 2 milioni di spettatori lungo tutto il percorso: "Un colpo d’occhio incredibile".