CRISTINA BERTOLINI
Cronaca

Di Lorenzo, il ciclista di Pantani e Bugno cerca eredi per portare avanti l'officina

Da 45 anni i fratelli Gianni e Alfiero, ritiratisi ormai dalle competizioni costruiscono modelli da corsa su misura e sono tra i pochissimi a ripararli

Alfiero Di Lorenzo al lavoro nella bottega monzese di via Volta

Cercano eredi Gianni e Alfiero Di Lorenzo, ciclisti professionisti, costruttori di biciclette da corsa su misura e titolari della storica bottega di via Volta a Monza che compie 45 anni. Prima ancora, l’attività del papà Arturo, dagli anni ‘50 in via Rivolta e poi in via Manara.

Fra carriera agonistica e attività, la routine dei due fratelli nel corso di quasi cinque decenni è stata incessante. Durante i fine settimana Gianni fa assistenza tecnica alle gare. "Bisogna avere passione – racconta – fra negozio e assistenza tecnica agli atleti non ci sono sabati, domeniche e riposi".

I suoi tre figli hanno intrapreso strade diverse, tra ingegneria, giurisprudenza e marketing, perciò Gianni sta cercando giovani ciclisti e meccanici appassionati di biciclette a cui passare il testimone, perché la sua attività e la sua esperienza non vadano perse.

"Ma è difficile – dice – i ragazzi oggi, vogliono un lavoro con orario fisso per poi potersi divertire e godere la vita. La bicicletta è una passione e il nostro lavoro si fa per passione". A Monza, è quasi l’unico negozio rimasto che costruisce biciclette da corsa e uno dei pochi che ancora le ripara. Ai clienti che arrivano da tutta la Brianza Gianni spiega i dettagli delle riparazioni: "Vedi qui – dice a un ragazzo – si è rotto il pignone... hai tre cambi, vanno usati così...", spiega facendo le raccomandazioni. Sì, perché oggi sia in città sia per i dilettanti che si preparano al professionismo diventa sempre più pericoloso andare in bicicletta fra traffico di auto in crescita e mezzi pesanti che sulle strade hanno sempre più fretta. Anche il commercio è cambiato: il grande pubblico preferisce acquistare le biciclette economiche al supermercato e poi chiede aiuto a Gianni per aggiustarle. La bottega di via Volta è tappezzata di foto che riportano ai tempi d’oro di Gianni e Alfiero di Lorenzo che si intrecciano con il grande ciclismo europeo. Trai due fratelli Gianni ha avuto la carriera più brillante da professionista, mentre Alfiero ha avuto le sue soddisfazioni nel settore dilettanti.

"Mio fratello ed io siamo cresciuti in mezzo ai corridori – ricorda Gianni – nel negozio di papà. Io ho iniziato a correre a 16 anni, nel 1964, con Il pedale monzese, vincendo la gara di apertura esordienti". Poi un brutto incidente al ginocchio lo costringe a fermarsi per due anni: nel 1968 avrebbe potuto partecipare alle Olimpiadi a Città del Messico. Ha ripreso nel 1970, nella categoria dilettanti, con la società Passerini, vincendo la Milano - Rapallo. Nel 1971 ha vinto 5 gare, tra cui la seconda Castellania-Alassio. Finalmente nel 1973 il primo contratto da professionista con la Molteni e poi con la Brooklin con cui ha corso la terza e l’undicesima tappa del Giro di Francia. Nel 1977 il Giro di Svizzera e poi, quando avrebbe potuto raccogliere i frutti del suo lavoro a 27 anni ha dovuro smettere di correre, perché il ginocchio non gli dava tregua. Da allora ha sempre costruito bici da corsa per le squadre nazionali: Intercontinental, Sapa Assicurazioni, Magniflex e Atala, di cui è stato anche direttore sportivo, guidando ogni anno un paio di giovani al professionismo. È stato meccanico della Carrera, per Chiappucci, Pantani e poi per Nibali che correva con Liquigas e ha guidato Gianni Bugno nel passaggio da dilettante a professionista, oltre che meccanico ai mondiali per Giuseppe Saronni.