
L’installazione di Manuel Riva, giovanissimo artista di Desio, connette tecnologia e mondo naturale
Un dialogo invisibile, un linguaggio sottile, quello della natura, nel quale anche l’uomo può immergersi e imparare. È il filo conduttore del progetto portato al Fuorisalone di via Palermo a Milano, nel cuore del Brera District (esattamente nello spazio di American Express), da un giovane artista brianzolo. Lui è Manuel Riva, 23 anni, di Desio, e davanti ha un orizzonte verde.
Diplomato con lode al liceo Classico e Musicale Zucchi di Monza, frequenta l’Accademia di Belle Arti di Brera, dove è attualmente iscritto all’anno di tesi in Nuove Tecnologie dell’Arte. Al visitatore propone fino a questo pomeriggio non un semplice Eden da contemplare passivamente, ma un ambiente interattivo e visivo, un vero e proprio biosistema in cui lo spazio espositivo si trasforma in un laboratorio sensoriale, un palcoscenico per la narrazione intima e profonda della natura.
Varcata la soglia, le piante, protagoniste silenziose di questo meccanismo, si ergono su cilindri di vetro trasparenti, quasi sospese nell’aria, collegate attraverso un sistema di cavi che sono la nervatura dell’installazione stessa. Ogni pianta, come un individuo in una comunità, emette una propria pulsazione luminosa, invitando il visitatore ad avvicinarsi con curiosità e rispetto, a scoprire la singolarità di ogni essere vivente. Basta strofinare tra le dita una foglia, quasi come si fa per riconoscere un tessuto prezioso, per percepirne la trama e la qualità, innescando una reazione sorprendente. La pianta sembra risvegliarsi, prendendo vita in una luce man mano più intensa, illuminandosi con una vitalità rinnovata e trasmettendo il segnale alle sue vicine.
Un flusso luminoso che non è solo un effetto scenografico, ma, spiega Manuel, "una metafora potente che dà forma e luce a processi vitali normalmente invisibili, svelando il linguaggio segreto, criptato eppure eloquente, del mondo vegetale, un codice fatto di molecole, vibrazioni e impulsi bio-elettrici".
Manuel, sensibile alla tecnologia, ha anche una grande competenza e passione per il mondo vegetale. Impollina e ibrida piante, esplorando nuove metodologie di coltivazione. E ne è sicuro: dallo studio del mondo vegetale possono derivare modelli anche per il mondo umano. Un esempio? "Le pigne possono aprirsi e chiudersi senza energia, solo con l’umidità ambientale. Proviamo a pensare – suggerisce l’artista brianzolo – a come applicare questo insegnamento in un futuro sempre più sostenibile".