
I dipendenti in Italia superano le 13mila unità, 5.300 delle quali nel polo di Agrate Brianza
Dieci domande a St e al governo italiano. Fiom chiede al colosso dei semiconduttori e all’esecutivo di fare chiarezza sul futuro dell’occupazione e dei siti nel Paese a partire da Agrate. "Escludete licenziamenti per i prossimi anni?", è il primo quesito dei metalmeccanici per gli interlocutori. "Non siamo ancora stati convocati a Roma a un tavolo, dove confrontarci sulla crisi dell’azienda - dice il segretario provinciale Pietro Occhiuto -. Siamo in anticamera da tre mesi. Sappiamo che c’è un piano di riorganizzazione e che ogni tre persone uscite, ne entrerà una sola. Ma su tutto il resto siamo all’oscuro.
I dipendenti nel Paese superano i 13mila, 5.300 dei quali nel polo brianzolo. Le nostre preoccupazioni sono tante: vorremmo sapere quali stabilimenti subiranno la riduzione di personale e se gli investimenti promessi in via Olivetti porteranno nuovi posti di lavoro, o saranno solo un’operazione di facciata". Un altro capitolo riguarda il ministero. "Vogliamo spiegazioni sull’entità dei finanziamenti pubblici in St. Secondo quanto sostenuto dai massimi vertici, d’Oltralpe sarebbero arrivati molti più soldi che non da Palazzo Chigi" E ancora: "Chiediamo garanzie per evitare future delocalizzazioni e vorremmo anche che il governo spingesse su trasparenza e impegni certi su produzione e lavoro". Fiom in sostanza vuole conoscere "il piano industriale 2025-2027". "Il Gruppo - dice Occhiuto - deve rispondere con fatti, non con dichiarazioni di maniera. I lavoratori non possono essere l’elemento sacrificabile nelle scelte strategiche del management. Continueremo la mobilitazione per la difesa dei posti e per un piano industriale che garantisca sviluppo e prospettive, siamo pronti a organizzare una manifestazione nazionale sotto la sede del Mimit". Un’audizione delle parti è attesa in Regione. Mentre, mercoledì al question time, il ministero delle Imprese ha risposto a un’interrogazione del Pd alla Camera. "C’è massima attenzione sui finanziamenti erogati, che come condizione per legge prevedono non solo il mantenimento dei livelli occupazionali, ma anche il loro incremento". Il sottosegretario Massimo Bitonci ha garantito lo stesso impegno "sulle modifiche ai piani industriali".