STEFANIA TOTARO
STEFANIA TOTARO
Cronaca

Estorsioni e traffici illeciti: la ‘ndrangheta in Brianza torna a processo

Cinque anni fa gli arresti dell’operazione Freccia che avevano portato in carcere esponenti di spicco delle famiglie Criscitello e De Luca

Il tribunale di Monza dove si celebrerà il processo

Il tribunale di Monza dove si celebrerà il processo

Monza, 14 aprile 2025 – A quasi cinque anni dagli arresti, entra nel vivo al Tribunale di Monza il processo per gli ultimi imputati dell’ultima grossa operazione ritenuta anche l’ennesimo colpo contro la ‘ndrangheta in Brianza.

Una decina di nomi alla sbarra per accuse che vanno dall’estorsione all’acquisizione indebita di esercizi pubblici, con la pm della Procura della Direzione distrettuale antimafia Sara Ombra a rappresentare l’accusa in aula.

L’indagine dei carabinieri di Monza è quella culminata nel 2020 nell’operazione Freccia che era tornata a riaccendere il faro su alcune famiglie originarie di Vibo Valentia accusate di gestire le cosche radicate a Seregno dopo la scure dell’inchiesta Infinito. Ditte di sicurezza privata imposte con la forza ai gestori di bar e discoteche, scelta delle postazioni per venditori ambulanti e risoluzione di eventuali “controversie“, oltre allo spaccio di droga, all’usura e al recupero crediti.

Così, secondo l’accusa, la ‘ndrangheta manteneva le sue radici ben piantate in Brianza, per mano dei cugini Umberto (fratello di Rocco, ucciso nel 2008 a colpi di pistola sotto casa a Verano) e Carmelo Cristello.

Per loro è stata esclusa l’aggravante dell’associazione di stampo mafioso come, dopo vari ricorsi, aveva deciso in primo grado il gup del Tribunale di Milano, che aveva emesso sedici condanne fino a 14 anni.

Al dibattimento è stato convocato dalla pm a testimoniare un luogotenente dell’Arma che ha seguito le indagini nel 2018.

"Tutto è nato dalle intercettazioni a carico di Paolo De Luca (seregnese ribattezzato il “boss invisibile", arrestato nel 2016 per associazione a delinquere di stampo mafioso e possesso di armi da guerra, ndr), preoccupato perché Umberto Cristello stava uscendo dal carcere dove si trovava per detenzione di sostanze stupefacenti. De Luca apparteneva alla famiglia degli Stagno, concorrente di quella dei Cristello, e volevano iniziare una faida per il controllo del territorio".

Carmelo Cristello, cugino di Umberto, era stato invece intercettato sull’acquisizione di un’autofficina a Mariano Comense, intestata a due presunti parenti prestanomi ora imputati. Si torna in aula a maggio.