L’ex sindaco di centrodestra Dario Allevi e l’ex assessore leghista alla Sicurezza, Federico Arena, chiedono un risarcimento dei danni rispettivamente di 100mila e 70mila euro per la fiction “Colpo di Grazia“, il film antagonista a puntate del 2021 che attaccava l’ex Giunta con una satira grottesca sul presunto malaffare dell’urbanistica monzese.
Al processo, fissato per il 30 ottobre al Tribunale di Monza, sono imputati di diffamazione i due tecnici che si sono occupati della diffusione online, mentre sono rimasti ignoti gli autori di “Colpo di Grazia“, che si nascondevano sotto lo pseudonimo della fantomatica regista di finzione Skyler Grey.
A denunciarli proprio l’ex sindaco di Monza, Dario Allevi secondo cui ha creato un "particolare allarme sociale" la produzione che aveva l’intento di "screditare" , attraverso un mezzo considerato "insidioso" per la facilità della sua diffusione, il ruolo istituzionale dell’allora primo cittadino e delle altre parti offese, Federico Arena e l’ex assessora all’Urbanistica Martina Sassoli che però, insieme al Comune di Monza, non si sono costituiti parti civili.
A rendere nota la querela erano stati proprio gli antagonisti sostenendo che "si contesta, all’interno del primo episodio del film (online sabato 6 febbraio 2021) il riferimento ad accordi illeciti tra il cav. Mattoni (costruttore senza scrupoli) e il sindaco (quello immaginario del film, ovviamente)". La Procura di Monza aveva disposto il sequestro dei server che ospitava il sito web del progetto e il blocco del dominio colpodigrazia.it. e anche il canale Youtube del film era stato parzialmente oscurato su disposizione dell’autorità giudiziaria.
A darne notizia sempre gli stessi “antagonisti“, parlando di "incredibile escalation censoria e repressiva". Gli autori si difendono sostenendo che "Colpo di Grazia è dichiaratamente una fiction, una produzione artistica frutto della creatività e immaginazione.
Se è corretto affermare che il film è ambientato a Monza e trae parzialmente spunto da vicende reali, è semplicemente ridicolo dover ribadire che personaggi, dialoghi, azioni e situazioni (dalle più comuni alle più riprovevoli) sono frutto della creatività della regista. Sversamenti, mazzette, pestaggi, compravendite, omicidi, confessioni in nessuna misura sono riconducibili a fatti accaduti nella città di Monza - spiegano gli antagonisti -. Chi ha portato dal piano artistico a quello giudiziario il prodotto cinematografico dimostra di aver scarsissima capacità di distinzione fra i livelli di realtà e finzione".