Assolto. Con "formula piena". Si è chiusa dopo 5 anni una vicenda per certi versi incredibile, che Marco Oppizio, 34enne di Barlassina, ha vissuto con grande preoccupazione, fino a poter tirare oggi finalmente un sospiro di sollievo. Tutto è iniziato nell’aprile del 2020, in pieno lockdown, il primo, quello di tutti chiusi in casa, dai cartelloni "ce la faremo" e della musica diffusa dai balconi. Ecco, Marco aveva iniziato a diffondere musica in strada, tutti i giorni, dopo le 18, per poco meno di 30 minuti, affacciando due casse acustiche alla finestra della sua casa che guarda la via Manzoni. Un modo, "per portare un po’ di gioia alle persone della via, erano tutti contenti e felici, e c’era gente che mi chiedeva le canzoni da mettere" spiegava. Ma una sera "l’auto della polizia locale si è fermata, è sceso il comandante, si è avvicinato alla finestra, ha girato le casse verso l’interno e poi ha staccato i fili".
"Sono rimasto sconvolto, è stata una cosa inaspettata, non avevo ricevuto lamentele". Ma il peggio doveva ancora arrivare. "Dopo qualche mese mi vedo recapitare un decreto di condanna per oltraggio a pubblico ufficiale, 8 mesi di carcere commutati in 4.000 euro di sanzione. Come tutti sanno qui a Barlassina, dove sono conosciuto per la mia attività politica, ho grande rispetto per le forze dell’ordine". "Ci siamo opposti al decreto e siamo andati in giudizio in Tribunale" spiega l’avvocato Luca Oruneso, che ha difeso Oppizio insieme ai colleghi Fabio Raimondo e Stefania Riboi. Dopo 5 anni e 6 udienze durante le quali sono sfilati come testimoni alcuni vicini di casa, è arrivata la sentenza di assoluzione. "Sono contento - aggiunge Oppizio - soprattutto per i miei genitori, che hanno sofferto molto per questa brutta storia, da cui ora esco a testa alta".
Ga.Bass.