
"Digli di mandarci la roba, che i soldi non ci mancano"
"Cuenca in Ecuador è una potenza e ha la roba sua e di un colombiano che vive lì? E digli di mandarcela, digli che noi abbiamo a che fare con gente ancora più potente, che i soldi non gli mancano".
Una conversazione di Piero Palermo con un amico che, secondo gli inquirenti, dimostra come il broker della droga gestisse "contemporaneamente e su più fronti, più traffici di sostanze stupefacenti diverse" e come, per farlo, "facesse affidamento sui Rosarnesi".
Per i carabinieri del Comando provinciale di Monza e Brianza, capeggiati dal colonnello Gianfilippo Simoniello e coordinati dalla Dda di Milano, e anche per la giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Milano Sonia Mancini, per anni giudice penale al Tribunale di Monza, che ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare, è pacifico che sussista un’associazione per delinquere.
Un’organizzazione criminale con a capo Piero Palermo, che secondo gli inquirenti ha "operato sostanzialmente con due distinti gruppi criminali": il primo, attivo in Spagna, "da un lato fornitore unico dell’hashish e, dall’altro, cliente continuativo della cocaina", e il secondo, operante in Calabria, "riconducibile alla famiglia dei Bellocco, che finanziava alcuni dei traffici gestiti da Piero Palermo attraverso una collaborazione economica di tale potenza da poterne certamente orientare scelte e decisioni".
Il 49enne commerciante di auto usate, residente a Cesano Maderno e soprannominato “Louis Vuitton“ per la sua passione per le griffe, avrebbe dimostrato "costante disponibilità" in favore del clan Bellocco.
Ciò sarebbe accaduto non soltanto in riferimento allo smercio e al reperimento di forniture di sostanze stupefacenti, ma anche per la ricerca di appoggi logistici su Milano a favore dei suoi esponenti, nonché di telefoni criptati, di avvocati per patrocinare membri della famiglia, di documenti falsi, di sistemi per trasferire il denaro.
L’esistenza di un’associazione a delinquere con i complici stranieri emergerebbe anche dal fatto che, in occasione dell’arresto in Spagna di un membro dell’organizzazione, Piero Palermo si sia attivato personalmente per trovargli un avvocato e garantire alla compagna il sostentamento durante il periodo della sua carcerazione.
S.T.