
Arbitro donna
Seregno (Monza Brianza), 21 agosto - Sono poco più del 5 per cento sul totale. Dei 31.266 associati, 1.670 sono donne. Donne arbitro. In Italia sono state accolte nel mondo del calcio dal 1991 tra mille diffidenze, il loro numero non è mai esploso anche se in Europa siamo uno dei Paesi leader in questa speciale classifica: solo la Germania - dove nel 2017 Bibiana Steinhaus diventò il primo arbitro donna della storia della Bundesliga - ne conta di più (2.250). Ma il 2019 potrebbe essere l’anno buono.
Per l’Italia e non solo. L’onda dei campionati del mondo femminili che hanno avuto una copertura televisiva senza precedenti (oltre al bel cammino della nostra Nazionale), ma soprattutto l’effetto Stéphanie Frappart, la prima donna (francese) designata per un evento Uefa di primo livello, la finale di Supercoppa europea del Besiktas Park fra Liverpool e Chelsea, potrebbe invogliare qualche giovane appassionata di calcio a intraprendere la carriera arbitrale. Ed è quello che si augurano Cristian Brasi e Sem Perego, rispettivamente presidente della sezione AIA di Seregno (che a novembre festeggerà il suo 90esimo anniversario con una grande festa) e di quella di Monza, le due roccaforti dei fischietti brianzoli che ogni weekend garantiscono la copertura di oltre 200 partite di ogni categoria. Anzi, Seregno punta proprio sulle donne arbitro, sia a livello di sezione (su 16 componenti del consiglio direttivo, quattro sono donne) che nella sua campagna social "È un gioco da ragazze" per pubblicizzare il prossimo corso che partirà a ottobre presso la sede dello stadio Ferruccio. E a metterci la faccia su Facebook è una delegazione delle 12 (su 213 totali) associate seregnesi capitanate da Veronica Martinelli, internazionale e assistente in serie C, la punta di diamante (assieme a Simone Sozza da poco promosso in serie B) della storica sezione brianzola. Doriana Lo Calio che proprio quest’anno è entrata a far parte della Can D come assistente, e Vanessa Leo, assistente in Promozione, guidano la truppa rosa di Seregno.
"Ci piacerebbe che il loro numero cresca – dice Brasi – Sono sempre troppo poche rispetto agli uomini e non è un caso che abbiamo scelto loro per pubblicizzare il corso arbitri. Ci auguriamo, come accade per altre discipline, che l’effetto Mondiale e l’interesse dei mass media nei confronti della Frappart smuovano qualcosa". Sulla stessa lunghezza d’onda c’è la sezione di Monza che tra i 180 associati annovera sei donne arbitro e un osservatore. "Sono ragazze giovani che arbitrano principalmente a livello provinciale – spiega Perego – Ne aspettiamo di nuove a ottobre, anche noi con l’auspicio che il recente boom del calcio femminile faccia da traino al nostro movimento. A Monza siamo poco sotto la media nazionale, ma devo dire che dopo qualche anno di numeri bassissimi, agli ultimi corsi si è vista qualche ragazza in più". E se nel 2019 vederne una sui campi da gioco è praticamente la normalità, ventotto anni fa non era affatto così. Anzi. Per capire meglio cosa nel 1991 spingeva una ragazza ad arbitrare e soprattutto capire quali fossero le reazioni di un ambiente tradizionalmente maschile siamo andati a cercare le primissime donne arbitro della Brianza. Le pioniere. Se Stéphane Frappart ha arbitrato a Istanbul è anche merito loro. Del loro coraggio e di un pizzico di incoscienza…