di Barbara Calderola
Niente più giro dell’oca con un’impegnativa in mano per 435 malati di tumore all’anno dell’Asst Brianza. Arrivano le dimissioni protette anche per loro, il progetto si chiama “Continuità della cura del paziente oncologico“, un percorso che organizza controlli ed esami per 5 anni, dopo l’intervento.
Si parte dal cancro al seno, all’utero e al colon-retto, "ma a fine rodaggio contiamo di estende la formula ad altre branche. A partire dall’otorino dove abbiamo numeri importanti – spiega Guido Grignaffini, direttore socio-sanitario dell’azienda –. Il primo obiettivo che vogliamo centrare è quello di non lasciare solo chi combatte la battaglia più dura. Ci siamo accorti che senza una corsia organizzata il 20-30% dei malati usciva dai radar. O non faceva verifiche, o peregrinava di ospedale in ospedale privatamente, a spese proprie".
Con il nuovo piano, invece, "sarà tutto definito all’uscita dal reparto, le liste d’attesa non esisteranno più". E le indicazioni della Regione in questo ambito saranno rigorosamente rispettate: 10 giorni per una visita dopo la diagnosi e 30 per l’operazione, "i traguardi dettati da palazzo Lombardia". I cancri al seno che ogni anno finiscono in sala operatoria negli ospedali dell’azienda sono 250, 125 quelli al colon-retto e 60 all’utero: "D’ora poi li assisteremo uno a uno e ogni anno i numeri raddoppieranno, uno sforzo organizzativo importate". Dati in crescita: "Stiamo potenziando la nostra capacità di trattamento", dice il direttore che insieme ad Ats e al San Gerardo, partner del programma, punta tutto sulla prevenzione delle recidive. Per scongiurare altri noduli maligni si fissano visita e mammografia ogni 12 mesi per 5 anni, mentre le colonscopie necessarie dopo una neoplasia sono 3 (la prima a un anno dall’intervento, poi a 3 e a 5 anni), e dopo il tumore all’utero l’ecografia si fa al terzo mese e poi ogni 6 per un quinquennio. Agenda rigida, standardizzata, per tutti, d’ora in poi. A Vimercate la sperimentazione sulla mammella è già partita, a novembre sarà la volta del colon e a gennaio dell’utero. La prova servirà anche a capire se sono necessari correttivi. Poi, "esporteremo il protocollo ad altre patologie ricorrenti".
In Lombardia oltre 75mila pazienti ogni anno vengono operati di tumore. Gli interventi chirurgici oncologici sono aumentati, dal 60% a fine 2020, all’80% di oggi. Il passo successivo sarà la presa in carico totale, nello stesso ospedale, del malato, alleggerendo lui e la famiglia.