
A Vimercate la commemorazione laica sui campi dove Mauri ha allenato le squadre dell’Ac Leon. In chiesa a Cavenago il funerale di Bellazzi e il cordoglio dei ciclisti ai quali si era aggregato da poco.
L’ultimo saluto ai due amici traditi dalla Grignetta. Ieri è stata una giornata di dolore in Brianza per l’omaggio a Cristian Mauri e Paolo Bellazzi, i due 48enni amici morti in montagna una settimana fa.
In prima fila a ricordarli, i colleghi della Ste di Usmate: gli escursionisti lavoravano nella stessa ditta. Al Centro sportivo di Vimercate la cerimonia laica per Cristian con le parole della moglie Elisa affidate a una missiva letta da un’amica: "Grazie a chi mi è stato vicino quando con il cuore tremante e speranzoso credevo ancora che si potessero trovare". E poi il videomessaggio di Javier Zanetti, l’ex capitano dell’Inter, squadra del cuore dell’operaio morto e ritrovato in un canalone ghiacciato: "Ciao Cri", ha detto il campione nerazzurro prima di rivolgersi a Riccardo, il figlio 11enne di Mauri, al quale ha raccomandato: "Sempre grinta e cuore come il tuo papà".
Gli amici hanno lanciato una raccolta fondi sulla piattaforma Gofundme per le associazioni di soccorritori e per i parenti. La commemorazione sugli stessi campi, dove Cristian aveva allenato le squadre del Leon e in passato della DiPo. La cerimonia di Vimercate si è chiusa con un brindisi. I calici alzati al cielo, onore all’amico perso per sempre, "ma vivo nel cuore di tutti". Stessa intensità nel pomeriggio per Paolo Bellazzi, a pochi chilometri di distanza dal luogo scelto per l’addio all’amico, nella sua Cavenago. Per lui la messa e l’omelia del parroco, don Gianni Mariani. "Non siamo fatti per la morte e per la tristezza, ma per la felicità e in quella felicità ci ritroveremo tutti – ha detto don Gianni –. Paolo é morto troppo presto lasciando un vuoto in tutti noi. Ora, sentiamo la sua mancanza. Aveva la passione delle cose belle, come per la montagna".
A fissarne per sempre la generosità e l’allegria i ciclisti della Sco, l’associazione di casa: "Senza di te siamo soli. Non era molto che eri con noi, ma abbiamo amato la tua grande voglia di unirti al gruppo. Siamo qui con la faccia piena di lacrime per te". All’uscita del feretro un momento toccante, il coro ha intonato il “Signore delle cime“ per l’ultima scalata.
La speranza di ritrovare vivi i due alpinisti scomparsi sabato 8 si era interrotta già dopo la prima notte al gelo. Il soccorso alpino è riuscito a rintracciare i corpi solo lunedì a causa delle condizioni meteo proibitive. Erano uno accanto all’altro nel canalone Caimi. Uniti fino alla fine dalla grande passione per lo sport.