La calunnia è un venticello. Ma può diventare intollerabile bufera, soprattutto quando la vittima… ha l’unica colpa dell’omonimia. Ne sanno qualcosa a Monza, in uno storico ristorante del centro storico che si è ritrovato in un batter d’occhio, il tempo di un click, oggetto di accuse e contumelie… al posto dei colleghi di un ristorante che porta lo stesso nome, ma si trova in un’altra regione.
Tutto comincia qualche giorno fa, quando sui social e sui giornali esplode il caso di un ristorante di Finale Ligure reo di aver addebitato al malcapitato cliente 2 euro per un piattino vuoto, destinato “alla condivisione” di una porzione di trofie al pesto. Il caso, denunciato con tanto di fotografia dello scontrino postato sul web dalla giornalista Selvaggia Lucarelli, ha fatto immediatamente il giro d’Italia.
Il problema è però il nome del ristorante, l’Osteria del Cavolo. Nome simpatico e fortunato, tanto che pare ne siano diversi lungo lo Stivale a portarlo. Il malcapitato è però quello che forse per primo aveva avuto l’idea di chiamarsi così e che si trova appunto in centro di Monza. Seppellito immediatamente da recensioni e commenti negativi ai limiti dell’insulto e oltre.
Tanto che i suoi titolari si sono trovati costretti a provare a sgonfiare la bolla mediatica e a mettere i punti sulle “i”. Con un post, ironico e amaro, pubblicato sulla propria pagina Facebook: “Buongiorno a tutti, da qualche ora giungono recensioni negative errate sulla nostra Osteria scambiata per un ristorante omonimo di Finale Ligure, fate attenzione prima di commentare o recensire, la nostra Osteria del Cavolo” (di Monza) è l’originale, fondato 22 anni fa a Monza appunto! Il ristorante a cui si riferisce l’accusa di errato addebito per divisione del piatto si trova a Finale Ligure”. Con la beffa “finale” (non ligure ma brianzola): “Oltretutto siamo chiusi per ferie!”.