FABIO LUONGO
Cronaca

Da elettricista a ciclo-influencer: 29enne cambia vita e lavoro per “aiutare gli altri a viaggiare”

Pietro Franzese è diventato una star dei social con i suo video da cicloturista: "Sono testardo e ho imparato da solo. L’Italia meta ideale, ma manca rispetto per le bici"

Pietro Franzese in azione: sopra negli Stati Uniti e a sinistra a Santiago di Compostela, in Spagna

Pietro Franzese in azione: sopra negli Stati Uniti e a sinistra a Santiago di Compostela, in Spagna

Limbiate – “Cerco di mostrare quello che una persona normale può fare e può vivere durante un viaggio in bici". Nato e cresciuto in Brianza, è sulle strade del territorio, percorse su e giù prima da studente e poi da lavoratore, che a Pietro Franzese, 29enne di Limbiate ma da poco milanese d’adozione, è nata la passione per la bicicletta, che unita a quella per i viaggi è oggi diventata il suo mestiere. Attraverso i canali social e i video racconta di esperienze e avventure su due ruote, dispensando consigli su itinerari e attrezzature. E attorno a lui ormai gira una vera e propria community di cicloturisti, fatta di 43.500 follower su Instagram, 33.700 iscritti al suo canale YouTube e altri 3mila aficionados su Facebook, senza contare i contatti del suo sito internet. Praticamente un influencer della bicicletta.

Come è nato tutto questo?

"È iniziata come una passione ed è diventata un lavoro. Anche perché il mondo dei viaggi in bicicletta è esploso dopo la pandemia: io all’epoca lavoravo a Monza, in un’azienda che installava impianti elettrici; ho cominciato a pubblicare su internet, in modo più intenso, i miei viaggi in bici e ho visto che piacevano. L’ho fatta diventare la mia occupazione principale. La passione per la bici è cominciata andando a scuola al mattino: i mezzi pubblici per spostarsi in Brianza non sono tantissimi, così ho iniziato a usare la bici, e visto che ero in sovrappeso mi ha pure aiutato a rimettermi in forma. Poi sui social ho visto i primi viaggi in bici e durante le ferie estive o invernali ho fatto le prime esperienze, provando a mia volta a raccontarle sui social".

La particolarità dei suoi racconti sono i video.

"A raccontare di viaggi in bici online in Italia sono poche persone e io lo faccio coi video, che praticamente nessuno fa: è difficile filmare mentre sei in bicicletta. Io ho la testa dura: ci ho provato finché ho imparato, ed è servito a trasformare tutto questo in un lavoro. Oggi ne sono contento, è una bella cosa".

Cosa racconta sui social?

"Quello che vivo durante un viaggio in bici, o la mia esperienza con un certo tipo di attrezzatura. Non faccio tanto vedere le mie performance, non mi interessa. Mostro quello che vedo, che vivo. E se posso do anche consigli cercando di ispirare le persone a partire".

Cosa chiedono quanti seguono i suoi canali?

"Sono molto richiesti gli itinerari di viaggio, poi i consigli sull’attrezzatura, su cosa portare con sé. Il viaggio in bici è molto bello, ma bisogna stare attenti: non ti puoi portare dietro la casa. Io posso fornire qualche dritta, dovuta all’esperienza e ai tanti errori fatti negli anni".

Sembra un cicloturismo alla portata di tanti.

"Ho sempre usato la bici per spostarmi: quello è il mio allenamento. Non ho una routine di preparazione, l’allenamento è pedalare, tutti i giorni, anche perché non ho l’auto. L’Italia sarebbe perfetta per il cicloturismo: abbiamo tutto, cultura, cibo, tante strade secondarie, paesi e borghi lontani dal traffico da raggiungere pedalando. Ma da noi manca questa cultura, manca il rispetto per i ciclisti, ed è un peccato. Qualche miglioramento c’è ma piccolo".

I suoi viaggi hanno anche uno scopo benefico-sociale.

"Sì, con il viaggio da Milano a Capo Nord in bici a scatto fisso, cosa che non aveva mai fatto nessuno, ho raccolto 5mila euro di fondi per il Banco Alimentare della Lombardia. Mentre con il coast to coast in America, da San Francisco a Key West, 6mila chilometri, ho raccolto 2mila euro per l’associazione ambientalista Plastic Free".

Molti viaggi li ha fatti con bici a scatto fisso, perché?

"Ci ho fatto tutti i viaggi in Europa dal 2016 al 2022 e ci ho scritto un ebook, ’Elogio dello scatto fisso‘. È nato tutto per caso: un’estate ero a Dublino e una sera, passeggiando lungo un canale, ho visto affiorare una bici mezza rotta. L’ho tirata fuori e ho scoperto che era a scatto fisso, non sapevo nemmeno cosa fosse, mi sono informato e appassionato. Poi ne ho assemblata una io stesso e l’ho usata tutti i giorni. Da un paio d’anni sono passato a una bici più tradizionale. Ma anche quello mi ha aiutato a distinguermi sui social".