Monza, 3 giugno 2018 - "Una Tv tutta d'oro”. Edmondo Conti ha intitolato così il suo libro (Editoriale Programma), summa poetica e nostalgica di quanto ha amato sin dall’infanzia e tenta tuttora di proporre attraverso il suo lavoro. Perché anche se il grande pubblico non lo conosce, c’è la testa anche di Edmondo Conti dietro una buona fetta della televisione italiana degli ultimi 20 anni. Addetto alle produzioni con Mediaset dal 2000 al 2006, è oggi produttore di EndemolShine Italy alla Endemol, una delle principali macchine che producono Tv. Originario di Roma, 47 anni, vive a Monza da 4 e da qui continua a partire ogni giorno per la sua passione, pardon il suo lavoro.
Nel suo libro celebra una Tv che non c’è più, i programmi che hanno fatto la storia del tubo catodico degli anni ‘80-90. Perché? "La Tv di qualità, quei personaggi e programmi sono stati i miei compagni di vita. Da ragazzino mi beavo come telespettatore, avevo appuntamenti fissi ogni settimana: a mezzogiorno con Corrado e “Il Pranzo è servito”, Mike Bongiorno al giovedì sera, Raimondo Vianello e Sandra Mondaini al sabato". Finché? "Mi resi conto che guardare non mi bastava più e, quando vidi i numeri in sovra impressione per partecipare come pubblico alle trasmissioni, mi attaccai alla cornetta". Ma non bastò. "Feci anche il concorrente, con Claudio Lippi e con Mike Bongiorno". Intanto la vita andava avanti. "Liceo scientifico, laurea in Giurisprudenza, tirocinio da avvocato...". E? "Un sogno: provare a fare televisione. Quando poco prima di partire per il servizio militare mi arrivò notizia che mi avrebbero riformato, decisi di prendermi un anno sabbatico: avrei provato a lavorare per la Tv". O la va o la spacca? "Se non ce l’avessi fatta, promisi ai miei genitori che avrei davvero fatto l’avvocato". Iniziò con una stage in Mediaset. "Collaboravo ai testi per Buona Domenica e Ciao Darwin. Nacque tutto da lì: la televisione era diventata il mio lavoro". Soddisfatto? "Sono sempre riuscito a evitare programmi di cui mi dovessi vergognare prima di tutto come telespettatore: una Tv pulita, una Tv tutta d’Oro". Ora è cambiato tutto. "Ma più della metà di quei programmi ci sono ancora, vanno in onda in altri Paesi come Stati Uniti, Inghilterra, Spagna, Francia, sono attuali: la tv è qualcosa di delicato, che ha bisogno di manutenzione necessaria per essere sempre contemporanea. Ecco, col mio libro ho voluto dimostrare che potrebbe tornare una “tutta d’oro”". E perché non torna? "Sono scelte editoriali, alla Endemol Shine Italy ho un portafoglio di programmi vastissimo, sono gli editori delle aziende televisive che decidono quali comperare". Anche a Mediaset? "Silvio Berlusconi ha sempre inseguito la spettacolarità, il glamour, oggi invece l’intrattenimento leggero è marginale: la fanno da padroni l’infotainment e i reality show... non condanno quei generi, ma a volte i modi in cui vengono fatti. In fondo, spesso a mancare è una diversificazione. Non possono esserci solo reality o cronaca nera e delitti efferati a tutte le ore. Il pubblico va anche educato». La Tv fa male? "La Tv può far diventare migliori, ma anche peggiori, contribuisce al degrado sociale e chi la fa deve avere senso di responsabilità". Nel suo libro dedica una sezione ai “Magnifici sette” che segnarono la Tv fra gli anni ’80 e ‘90, personaggi come Tortora, Corrado, Bongiorno, Sandra e Raimondo, Baudo, la Carrà, Dorelli. E oggi? "Oggi di quel livello non c’è nessuno, erano personaggi unici, presenti quando la televisione nasceva e sperimentava, ma sono stati in grado di avere successo anche dopo nelle emittenti private, si sono saputi evolvere e diventare moderni. E non si è moderni quando si grida, ma quando si fanno programmi che aggreghino". Oggi nessuno può raccoglierne l’eredità? "Portatori sani di una buona televisione esistono anche oggi: uno purtroppo è morto da poco, Fabrizio Frizzi, ma gli altri sono Carlo Conti, Antonella Clerici, Amadeus, Gerry Scotti, Bonolis e un personaggio oggi ai margini come Lorella Cuccarini. Ma se dovessi scommettere su un personaggio giovane, punterei tutto su Alessandro Cattelan". Oggi ci sono le piattaforme satellitari... "Ma la generalista esiste ancora, la Tv buona c’è, anche se a volte devi fare lo slalom per andarla a cercare. Le piattaforme o Netflix offrono ampia scelta, ma i programmi così sono freddi: manca il contatto, il rapporto diretto con qualcuno, non c’è sentimento". Cosa sogna? "Manca il grande quiz di prima serata, Mike Bongiorno mi ha profondamente influenzato".