
Il pompiere Enrico Vergani, accusato di corruzione, e il comando di Monza
Monza, 18 dicembre 2024 - Hanno concordato con la Procura di Monza pene tra i 4 anni e mezzo e i 2 anni di reclusione con la sospensione condizionale gli imputati nell'inchiesta per la corruzione al Comando provinciale dei vigili del fuoco, dopo avere pagato un risarcimento dei danni all'associazione nazionale che si occupa dei familiari dei pompieri.
Ma dovranno attendere fino a metà aprile 2025 perché la morte in un incidente stradale del fratello dell'imprenditore di Giussano Martino Longoni, che era legale rappresentante della società, gli impedisce di procedere fino alla successione ereditaria.
L’addetto agli acquisti
Il primo tra tutti a voler patteggiare la pena più alta, comprensiva dei mesi che ha già trascorso in carcere per non doverci più fare ritorno, è Enrico Celestino Vergani, 57 anni, di Carate Brianza, l'addetto agli acquisti per l'ufficio automezzi accusato di avere abusato del suo ruolo per ottenere mazzette dai fornitori, ma anche regali come buoni benzina e catene da neve per le proprie auto, oltre che intascarsi beni della sede di Monza dove prestava servizio.
All'udienza preliminare al Tribunale di Monza Vergani, arrestato a dicembre 2023, ha ottenuto prima gli arresti domiciliari e ora è tornato in libertà.
Le altre posizioni
La pena sospesa di 2 anni andrebbe all'imprenditore Sergio Fortini, 54 anni, di Manerba del Garda e alla moglie del vigile del fuoco, Mariangela Braggiato, 54 anni, imputata per avere speso 30mila euro ben consapevole, secondo gli inquirenti, che erano provento delle attività illecite del coniuge.
Vuole patteggiare anche Martino Longoni, 54 anni. Vergani e un altro vigile del fuoco, Edoardo Correnti, 53 anni, di Giussano, sono anche accusati di avere fatto i "furbetti" del cartellino di presenza in ufficio per le ore di lavoro straordinario. Correnti ha chiesto di ottenere la messa alla prova che estingue il reato con i lavori di pubblica utilità.