di Barbara Calderola
La battaglia ora si gioca sui numeri e sugli studi. L’ultima spallata del centrosinistra provinciale alla Tratta D Breve di Pedemontana provoca la reazione di Cal (Concessioni autostradali lombarde).
La concessionaria che realizzerà l’infrastruttura attacca lo studio del Pim che nega l’utilità del nuovo tracciato messo in cantiere, ridotto come dice la parola, e meno costoso dell’alternativa che sostituirebbe, la D lunga, ufficialmente ancora l’unica opzione, ma di fatto tramontata.
"La ricerca si basa su un macroscopico errore di fondo che priva di significato i risultati dell’analisi e in alcuni scenari porta a valutazione completamente fuori misura – dice l’amministratore delegato di Cal, Gianantonio Arnoldi (nella foto) –. In parole semplici, un modello di traffico è attendibile quando riproduce in maniera corretta la realtà, deve cioè essere calibrato sul campo, nei punti più significativi, con un minimo margine di tolleranza". Una falla che apre la guerra di cifre che è facile immaginare terrà banco fino alla soluzione della vicenda.
Cal infatti sottolinea che "nell’indagine del Pim la Tangenziale Est, proprio per effetto di quell’inesattezza nel modello sembra sottoutilizzata nel punto più critico fra Vimercate e Concorezzo in cui valutare l’effetto della ‘D breve’. Qui il lavoro sbaglia del 50%, in verità i passaggi sono il doppio e quindi è impossibile che assorba i veicoli in arrivo dalla tratta C di Pedemontana". Secondo il manager "i mezzi ai quali fa riferimento Pim sono fra i 1.000 e i 2.000, ma in realtà all’ora di punta arrivano a 3.850 in direzione Sud e 2.140 in direzione Nord". "Numeri – aggiunge Arnoldi – indicativi già di una situazione di congestione verso Milano in un’autostrada a due corsie come la A51".
E se la premessa è sbagliata, tutto il resto è sbagliato: "Ogni considerazione sui flussi della nuova ‘D breve’, la mancata necessità di potenziamento della attuale sede della A51, la sostenibilità dell’interconnessione completa tra la A51 e la A4 senza un contemporaneo potenziamento della A51, risulta del tutto falsata". La concessionaria sostiene al contrario che "l’A51 non ha la capacità di sopportare il traffico della nuova infrastruttura incaricata di collegare la Brianza lungo l’asse Est-Ovest". E che "la ‘D breve’ presenta livelli di traffico superiori alla ‘D lunga’ per il duplice effetto da un lato di garantire ai flussi di lunga percorrenza di raggiungere le grandi direttrici A4 e Brebemi (e viceversa), dall’altro di offrire una soluzione definitiva alla storica assenza dello svincolo A4-A51, consentendo anche ai passaggi di breve e media percorrenza di collegare gli assi primari autostradali alleggerendo la viabilità locale con particolare riferimento a quelle dei comuni di Agrate e Vimercate".
La conclusione è l’esatto opposto dell’indagine commissionata dalla Provincia al Centro Studi per la Programmazione Intercomunale dell’Area Metropolitana che aveva fatto dire ai sindaci del Vimercatese che "la ‘D breve ‘ non serve e che il tracciato è fragile sul piano economico, - i costi non ci sono - su quello viabilistico, su quello ambientale e pure amministrativo".
"Non realizzare l’ultima tratta dell’autostrada Pedemontana, completando solo lo svincolo A4-A51 – ribatte Arnoldi – pregiudicherebbe la funzionalità della Pedemontana stessa econgestionerebbe l’intera viabilità del Vimercatese". La battaglia ora si gioca sul piano tecnico.