Da oltre 12 anni sono prigionieri in casa propria. Sono i 25mila proprietari di case, terreni, imprese capitati sul tracciato di Pedemontana. Tutti ufficialmente destinati ad essere espropriati, in realtà da troppo tempo alla finestra in attesa di capire se arriveranno davvero le ruspe e quindi impossibilitati a vendere o a ristrutturare le loro aree.
A denunciarlo è Dario Balotta, presidente dell’Osservatorio nazionale Infrastrutture e Trasporti. "Dal 2009, quando il Cipe approvò il progetto definitivo dell’autostrada Pedemontana Lombarda, 35mila proprietari vennero avvisati che le loro proprietà sarebbero state espropriate per lasciare spazio alla costruzione dell’autostrada che dovrebbe tagliare in due la Brianza per 67 chilometri - ricorda Balotta -. Da allora solo il 30 per cento della strada è stato realizzato e 25mila proprietari da oltre 12 anni sono ostaggi di Pedemontana, prigionieri in casa propria senza poter vendere o ristrutturare, senza avere disponibili le loro proprietà".
Secondo le norme, sottolinea l’Osservatorio, si potrebbe tenere sotto esproprio una proprietà per massimo sette anni. Due anni fa sono stati allungati i tempi fino allo scorso gennaio. Poi il Cal (Concessioni autostradali Lombarde) ha di nuovo prorogato l’esproprio fino al 2023. "Una vera e propria violazione delle prerogative dei cittadini che non ha precedenti nella storia del diritto in Italia - sostiene Balotta -.Una situazione insopportabile che può sfociare in ricorsi amministrativi per riaffermare il diritto e la proprietà privata".
L’opera è ferma da 6 anni, ma c’è una novità che potrebbe far ripartire i cantieri: la gara per i lavori delle tratte B2 e C, da Lentate sul Seveso a Vimercate, aggiudicata al Gruppo Webuild, a capo del consorzio con Pizzarotti con una quota del 70%.
Il progetto sulla carta dovrà essere completato in vista delle Olimpiadi invernali di Milano-Cortina del 2026. Ma con quali risorse? Il Cipess (il Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile, già Cipe) ha concesso altro tempo alla società perché trovi un partner: entro agosto dovrà trovare il closing finanziario. "Per andare avanti servono 3 miliardi, ma il mercato più di una volta ha rifiutato le proposte di aumento di capitale", sottolinea il presidente dell’Osservatorio. Che stigmatizza anche i numeri della società: "Centodieci dipendenti, un addetto ogni 3,6 chilometri: un record se si pensa che l’autostrada è priva di traffico, priva di caselli e quindi di casellanti e che le gemelle BreBeMi e TEM non arrivano a 50 dipendenti tra tutte e due".