STEFANIA TOTARO
STEFANIA TOTARO
Cronaca

Monza, estorsione al disabile tossicodipendente: condannati i tre tunisini e la “ragazza unicorno”

Dopo avergli ceduto della droga, i quattro gli avevano occupato la casa, trasformandola in un market degli stupefacenti. Gli aveano sottratto la pensione, lesinandogli persino il cibo

Monza, droga e contanti sequestrati nell'appartamento del disabile occupato dai suoi aguzzini spacciatori

Monza, droga e contanti sequestrati nell'appartamento del disabile occupato dai suoi aguzzini spacciatori

Monza, 25 Marzo 2025 - Tre condanne con il rito abbreviato e un patteggiamento per l'estorsione a un disabile, con problemi di tossicodipendenza, a cui avevano occupato la casa e sottratto la pensione, lesinandogli persino il cibo. Per questa vicenda, che lo scorso luglio aveva portato all'arresto degli aguzzini da parte della Questura di Monza e Brianza, la giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Monza Elena Sechi ha condannato a 3 anni di reclusione ciascuno tre giovani tunisini, mentre ha patteggiato la pena di 2 anni, 9 mesi e 10 giorni la “ragazza unicorno”, così soprannominata da quando è salita alla ribalta della cronaca perché sorpresa in passato a spacciare davanti alla stazione ferroviaria di Monza indossando una tuta pelosa e multicolore con la coda e l'inconfondibile appendice sul cappuccio.

I ragazzi, tutti con precedenti penali relativi alla droga o ai reati contro la persona, ora sono tornati in libertà: lei ha il braccialetto elettronico, gli altri l'obbligo di firma. Tranne uno che non si sarebbe recato regolarmente in caserma e si è visto peggiorare la misura con gli arresti domiciliari.

La vittima, che non si è costituito parte civile al processo, aveva chiamato la Polizia di Stato chiedendo aiuto per la presenza, all’interno della sua abitazione monzese, di alcuni cittadini extracomunitari. Dal racconto fatto era emerso che le persone indicate si erano stabilite nel suo appartamento utilizzato come quartier generale sia per il consumo che per la vemdita della droga che il gruppo, approfittando della sua tossicodipendenza, gli aveva prima venduto la sostanza stupefacente, per arrivare – in virtù di presunti debiti non pagati per la cessione – a impadronirsi della sua vita.