SONIA RONCONI
Cronaca

Evacuati e disastrati. In sei ospitati in hotel: "Colpa del cemento"

Meda, l’ira della consigliera comunale Rina Del Pero

Evacuati e disastrati. In sei ospitati in hotel: "Colpa del cemento"

Il torrente Tarò è esondato a Meda verso le 6 di martedì 31 ottobre.

Ormai per i residenti del quartiere “Svizere”, come è chiamato in dialetto dai medesi, è sempre un’esondazione attesa.

In via Rho e nelle strade limitrofe l’acqua alta in cantine e seminterrati e addirittura in casa sono diventati un’abitudine. E si è pure allagato il centro della cittadina brianzola con conseguenti danni in molte abitazioni.

La consigliera comunale Rina Delpero, nata e cresciuta proprio in quel punto dove l’allagamento avviene quasi regolarmente dopo piogge abbondanti, con secchi e attrezzature adatte si è messa all’opera con gli altri residenti per aiutarsi a vicenda in uno scenario da brivido.

"Per fortuna non sono mancati esempi di solidarietà. In primis Roberto e altri residenti che hanno salvato i pesci e poi li hanno rimessi dentro il Tarò che traboccava acqua da ogni parte". Le donne del quartiere, ormai specializzate, sorridono mentre spazzano il fango, altre puliscono le griglie del ponte e altri volti sconosciuti intervengono a dare una mano.

Alcuni concittadini, i più fragili, sono stati evacuati e alloggiati in un albergo a Desio.

Si tratta di 6 inquilini delle case Comunali di via Luigi Rho, mentre altri tre hanno rifiutato. Uno di loro perché aveva i canarini a cui accudire.

"Noi cittadini medesi non riteniamo, in questo momento, ci debba essere spazio solo per essere arrabbiati - spiegano alcuni dei residenti, che ieri avevano ancora un disastro nelle loro case -. C’è chi ripulisce dal fango, dai danni materiali e dalle difficoltà. A molti è mancata anche l’energia elettrica e altro. Purtroppo, non ci piace ripetere che siamo abituati perché la nostra esistenza, fin dal 1951 e fino ad oggi, è costellata di questi episodi o, meglio, segnali che Madre natura ci invia. L’acqua vuole tornare, come tutti, a casa sua, a pieno titolo". Torna all’attacco Rina Del Pero: "Ma noi abbiamo bisogno di leggi, come quella del fatidico regio decreto del 1904 che imponeva la non edificabilità sulle sponde. Bisogna provare per credere, noi scendevamo al fiume, a giocare con i pesci e a fare il bagno ma poi, senza pudore e in barba anche al regio decreto, abbiamo costruito e scaricato di tutto e di più nel nostro torrente". Rina Delpero perde la pazienza: "Ingordi fino allo schifo e purtroppo anche con una classe politica che ha sempre rimpallato le responsabilità. Ora non più. Siamo tutti informati e basta seguire i maledetti-benedetti social per essere aggiornati. Recentemente abbiamo approvato in Consiglio comunale uno strumento che dà regole, anche questa volta, su come comportarsi anche nei confronti dei piccoli torrentelli di cui Meda è fortunatamente ricca. Acqua: bene prezioso e indispensabile, ma basta fare una passeggiata, per esempio da via Santamaria fino a via Manzoni, una volta meta delle nostre vite fuori cortile, per trovare tutto sbarrato e occluso da rovi e anche rifiuti.

Ci meritiamo ciò che succederà, purtroppo ancora. Sperando che chi può decidere abbia l’onestà morale prima che politica di cambiare idea su progetti folli come quello di deviare il nostro fiume. Se non ci saremo noi a fare da sentinella, siamo certi che nessuno tornerà ad amare, come merita, la nostra Meda. Non chiediamo la resa dei conti, chiediamo rispetto per un quartiere sempre più danneggiato".