REDAZIONE MONZA BRIANZA

Investì la sua ex, condannato a 7 anni di galera

Un 33enne di Bovisio Masciago aveva tentato di uccidere ragazza di Paderno Dugnano

Il tentato omicidio di Paderno Dugnano

Bovisio Masciago (Monza e Brianza), 4 aprile 2017 - Aveva atteso fuori dal bar l’ex fidanzata, da cui non accettava la separazione, e l’aveva investita con l’auto. Per questo episodio, che risale al giugno scorso, un trentatreenne di Bovisio Masciago è stato condannato dal giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Monza Emanuela Corbetta con il rito abbreviato a 7 anni di reclusione per tentato omicidio, maltrattamenti e lesioni personali. La vittima, una trentaseienne di Paderno Dugnano, non si è costituita parte civile al processo per ottenere un risarcimento dei danni.

Secondo la ricostruzione dei fatti eseguita lo scorso giugno, l’uomo aveva seguito, aggredito verbalmente e poi aspettato fuori da un bar di Paderno Dugnano e investito in auto la ex fidanzata. La donna era stata travolta e nell’urto aveva subìto diverse ecchimosi, ma aveva rifiutato di venire trasportata in ambulanza dai soccorritori inviati dal 118. Non era sfuggito invece all’arresto per tentato omicidio lo stalker, che si era visto scattare le manette ai polsi da parte della Polizia locale di Paderno Dugnano chiamata sul posto per quello che inizialmente sembrava un banale investimento di pedone.  Invece la vittima aveva raccontato di essere stata con tutta probabilità seguita dall’ex fino a un bar dove era andata con un’amica. Poco prima l’uomo, già denunciato dall’ex compagna dopo la fine della loro relazione, era entrato nel locale dove la donna si trovava e l’aveva aggredita verbalmente.

Cacciato dal bar dopo la lite aveva atteso che la 36enne uscisse per poi ingranare la prima e investirla. Secondo la difesa dell’indagato, però, non era assolutamente nelle intenzioni del 33enne quella di provocare la morte della ex come ipotizza invece il reato di tentato omicidio contestato dal sostituto procuratore monzese Alessandro Pepè, tanto che le lesioni subìte dalla donna non sono risultate talmente gravi da farle rischiare la vita. Per ricostruire la dinamica dell’investimento con l’auto e verificare se il conducente voleva davvero uccidere la ex il pm aveva disposto una consulenza tecnica che risalisse alla traiettoria dell’investimento, per identificare un’eventuale sterzata o frenata che potessero confermare la tesi difensiva delle lesioni colpose.

La perizia d’ufficio ha escluso che l’automobilista abbia voluto centrare a tutta velocità la ex fidanzata, ma sarebbe emerso che comunque (almeno questa la tesi della pubblica accusa, accolta anche dal giudice) l’investimento avrebbe anche potuto causare lesioni mortali alla vittima. Per questo motivo il giudice ha deciso di infliggere all’imputato la pena di 7 anni di reclusione per il reato di tentato omicidio, ma nella pena finale sono rientrate anche le accuse di maltrattamenti e lesioni personali che derivavano da precedenti denunce presentate dalla 36enne contro l’ex fidanzato stalker prima del violento epilogo che ha fatto finire l’uomo dietro le sbarre.