Monza – Non trova pace la sede del Cral del Comune di Monza all’ex Macello (nella foto). Sabato notte scorso si è registrata l’ennesima incursione nell’area di via Procaccini di proprietà comunale, che continua a essere facile preda di visitatori non meglio identificati.
L’ultimo episodio registrato parla di un bivacco all’aperto con tanto di tavolo e di sedie messe attorno per la consumazione di una cena completa di cibo e birre, i cui cartoni sono stati lasciati sul luogo. Nel recente passato le inattese visite non sono state solo per momenti di ristoro. Più volte sono passati ladri rubando il rame e facendo danni all’edificio, altre volte si sono registrati visitatori che poco civilmente hanno lasciato come ricordo i propri bisogni fisiologici. Insomma passa il tempo, ma la sede comunale di via Procaccini in cui è attivo il Cral, continua a essere soggetta a scorribande notturne.
“Diventa facile introdursi nella proprietà una volta che non c’è illuminazione, mancano telecamere e non funziona bene il passo carraio, per cui se anche dovesse venire la polizia perderebbe parecchio tempo prima di riuscire a aprirlo, dando tempo a chi è entrato di scappare - osserva Gianni Romano, presidente del Cral del Comune di Monza -. La cancellata pare non dare molti problemi ad essere scavalcata. Bisogna che si intervenga quanto prima, anche per garantire il decoro dell’area comunale”.
“Per fortuna quest’ultima incursione è stata innocua - continua Romano -, ed è probabilmente il segnale di giovani che non hanno spazi pubblici in cui stare la sera. Da questo punto di vista sarei disposto a trovare un modo per dare la possibilità a loro di usufruire dei nostri spazi da dopo le 21, anche se tutto sarebbe ancora da definire”. In realtà la situazione stessa del Cral nella sede dell’ex Macello è sospesa in una situazione quasi surreale. Il contratto d’affitto col Comune è scaduto nel luglio 2023 senza essere rinnovato, ma l’uso dell’immobile è rimasto comunque al Cral, seppur con il taglio del gas. Non si è riusciti a trovare un accordo tra l’associazione che chiedeva un cambio del contratto che la sgravasse dalle spese per le manutenzioni straordinarie, e il Comune che l’ha rifiutato nell’intenzione di non fare deroghe all’unico tipo di contratto di concessione valido per le associazioni. Intanto i 600 associati continuano a usare questa come sede per le proprie attività, tra cui i corsi di italiano a una cinquantina di immigrati.