GABRIELE BASSANI
Cronaca

Limbiate, viaggio dentro il mondo a parte dell’ex manicomio abbandonato di Mombello

Fra writer e barboni, studenti, profughi e la chiesa romena

Ex manicomio Mombello

Limbiate, 27 ottobre 2017 - Varcate quella che fu la portineria dell’ex Ospedale psichiatrico Antonini, a Mombello, si ha come la sensazione di entrare in un mondo a parte, un microcosmo con i suoi frequentatori abituali: lavoratori, studenti, docenti, pazienti, parenti in visita.

C’è davvero di tutto in questo enorme parco dominato da un silenzio di fondo e dai colori meravigliosi dell’autunno esaltati dal sole basso anche a mezzogiorno. Ma ci sono innanzitutto i vecchi padiglioni dell’ex manicomio, svuotati, sventrati, imponenti all’esterno, disseminati di vetri e macerie all’interno. Fino alla legge Basaglia del 1978 questa struttura ospitava centinaia di pazienti, poi è stata in buona parte abbandonata. Si può entrare liberamente negli oltre 40mila metri quadrati di stanze, celle e corridoi della struttura sanitaria, costruita nel 1872, che hanno ospitato anche il figlio illegittimo di Mussolini, Benito Albino, morto internato nel 1942. A separare il manicomio dal paese un muro di cinta alto due metri e lungo tre chilometri.

Davanti ad ogni ingresso c’è lo stesso cartello, chiarissimo: «Vietato l’ingresso, pericolo». Ma evidentemente sono in molti ad averlo ignorato. Sulle pareti si sono esercitati aspiranti poeti, filosofi metropolitani, graffitari alle prime armi ma anche veri e propri artisti, che hanno lasciato sui muri sprazzi di ottima mano. Ma da qui sono passati anche bande di ragazzi in cerca di emozioni, senza tetto in cerca di un riparoe eserciti di fotografi e di esploratoriurbani. Le scritte, a pennarello o spray, vanno dai banali ma significativi «Buona fortuna!» a più sofisticati «Way to hell» (strada per l’inferno), passando per profonde riflessioni sul potere del denaro e il valore di un uomo. In quello che un tempo fu il centro cottura ci sono anche resti di improvvisati falò, in un altro padiglione qualcuno ha sradicato con precisione tutto il corrimano in ferro di tre piani di scale.

QUuesto è il passato di Mombello, che convive, da vicino con un presente fatto di molteplici attività. Nell’estremo angolo a Sud è attivo il centro diurno Karol Wojtyla del Comune di Limbiate, che accoglie quotidianamente gli anziani non più totalmente autosufficienti. All'estermità opposta c’è invece la Residenza sanitaria per disabili Beato Papa Giovanni XXIII, gestita dall’Asst della Brianza, che conta attualmente 60 ospiti. In mezzo ci sono i padiglioni in cui sono attivi i servizi sanitari, a partire dal Ser.T, per le tossicodipendenze, ma anche l’ufficio igiene, dove in questi giorni è un via vai per i vaccini o il consultorio famigliare o l’ufficio per la fornitura di presìdi. In fondo, svetta la Villa Crivelli Pusterla, che ancora ospita una parte dell’istituto agrario Castiglioni (800 studenti), perché «Nella parte nuova realizzata dalla Provincia non ci stiamo tutti», come spiega il professor Ciro Gravina. «Qui abbiamo lasciato le quinte e i laboratori, noi docenti facciamo la spola. La sorveglianza durante gli intervalli non è cosa semplice, ognuno ha il suo settore da controllare». Vicino alla scuola nuova c’è la chiesa di Sant’Ambrogio, ora affidata in gestione alla Chiesa Ortodossa Rumena in Italia, poco più in là il retro del Centro profughi gestito dalla prefettura, con un via vai continuo di ragazzi che attraversano il grande parco come scorciatoia per raggiungere il centro commerciale sulla Saronno-Monza. C’è tanta vita nel grande parco di Mombello.